A proposito di bonus ai veicoli elettrici per disabili

di Roberto Romeo*

Seppur apprezzabile come iniziativa, il Fondo di 2 milioni di euro inserito nel Decreto Crescita e destinato all’acquisto di autoveicoli e motoveicoli elettrici da parte di persone con disabilità, è una misura che non considera una serie di aspetti fondamentali sui quali vogliamo fare alcune importanti considerazioni in qualità di Associazione Nazionale di categoria riconosciuta volta a garantire la tutela della mobilità delle persone con disabilità.

Aspetto della non discriminazione e delle pari opportunità: la normativa fiscale prevede agevolazioni per l’acquisto esclusivamente di autoveicoli che consentono, in sicurezza, di essere guidati (con specifici adattamenti prescritti dalle Commissioni Mediche Locali patenti) e di trasportare le persone con disabilità, non soltanto motoria (si pensi alle persone non vedenti, con disabilità intellettiva, o con gravi e pluridisabilità) impossibilitate alla guida. Il provvedimento in questione, invece, identifica quale beneficiari la sola categoria di persone con ridotta o impedita capacità motoria, discriminando di fatto tutte le altre categorie.

Aspetto della copertura economico-finanziaria: consideriamo un veicolo elettrico di fascia medio-bassa (Renault Zoe) che, per dimensioni, meglio si adatta alla guida, e il cui costo minimo di listino è pari a 26.600,00 euro. Il buono del 18% sarà quindi pari a 4.788 euro. Se consideriamo soltanto la metà dei 2 milioni di titolari di contrassegno europeo di parcheggio per disabili, ossia coloro che hanno una ridotta o impedita capacità motoria permanente, il totale sfiora i 5 milioni di euro rispetto al fondo previsto di 2 milioni. Per non far ulteriormente lievitare l’ammontare del reale fabbisogno, da questo breve ma esemplificativo calcolo, sono state “volutamente” escluse le altre vetture elettriche di categoria e costi superiori, i motoveicoli (mezzi non finalizzati al trasporto di persone con disabilità), nonché le altre categorie di cittadini con disabilità non considerati dal provvedimento e, pertanto discriminati, seppur aventi diritto alle agevolazioni fiscali, secondo la normativa fiscale vigente.

Aspetto delle competenze: l’erogazione del contributo del 18% e la verifica dei requisiti viene demandata all’Inps, nelle maglie delle competenze relative al Decreto Crescita, mentre la normativa in materia di agevolazioni, il controllo sui requisiti relativi delle agevolazioni fiscali per le persone con disabilità, nel settore autoveicoli verte in capo all’Agenzia delle Entrate, la quale ha a disposizione gli strumenti normativi (norme, risoluzioni, circolari ministeriali) e tecnico-amministrativi (direttive, accesso a banche dati, procedure con Asl/Inps), quindi un sistema strutturato e attivo da anni, quanto mai necessario per poter verificare in maniera puntuale l’idoneità dei requisiti richiesti, garantendo ai contribuenti con disabilità e ai loro familiari, il diritto a fruire di tali benefici.

Chiediamo quindi al Governo, al fine favorire realmente la mobilità e rafforzare la cultura dell’inclusione, senza discriminazione alcuna, vista la sensibilità mostrata già su altre importanti tematiche, di recepire le nostre proposte in materia, intervenendo per includere le auto elettriche tra le vetture soggette ad agevolazioni fiscali (Iva agevolata al 4% – Detrazione Irpef del 19% – Esenzione Bollo auto e Ipt). Ma anche di raddoppiare il limite massimo di 18.075,99 sul valore dell’auto, relativo alla detrazione Irpef del 19%, e di aumentare le cilindrate delle auto a benzina, da 2.000 a 2.500 cc. e delle auto diesel, da 2.800 a 3.500 cc., o in alternativa, riservare le suddette agevolazioni a vetture con potenza uguale o inferiore a185 kW.

Quest’ultima sarebbe l’opzione ottimale, in quanto si andrebbe a utilizzare il “kW” quale parametro unico di espressione della potenza delle vetture. È quindi necessario esonerare le persone aventi diritto alle citate agevolazioni fiscali, dal pagamento dell’ecotassa per l’acquisto di auto nuove. Tale misura andrebbe fortemente incontro agli importanti costi sostenuti da persone con gravissime disabilità che per la loro condizione si vedono costretti ad acquistare e allestire non comuni vetture, bensì minivan, furgoni, pulmini (sia per la guida che per il trasporto) che superano il limite minimo di 160 g/km di CO2, previsto dalla normativa. E poi estendere il contributo del 20% sugli adattamenti alla guida (ai sensi dell’art. 27 Legge n.104/92) alle modifiche per il trasporto, garantendo così pari opportunità anche a coloro che hanno disabilità gravi o gravissime tali da non consentire loro la guida.

*Presidente di Anglat (Associazione nazionale per la mobilità dei disabili)  

 

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