A proposito dei “150” in autostrada

di Andrea Tartaglia*

La proposta di aumentare limite velocità a 150 km/h in autostrada è tornata di nuovo sulle prime pagine dei giornali, dopo l’annuncio arrivato direttamente dal presidente della commissione Trasporti della Camera, Alessandro Morelli. Sarebbe anche una buona proposta, ma non in Italia.

Motivo? La pessima preparazione alla guida degli automobilisti italiani e la scarsa sicurezza degli autoveicoli che circolano sulle nostre strade. Lo so, posso sembrare polemico e in effetti lo sono, ma ho motivo per esserlo.

Già oggi, con i limiti a 130 km/h assistiamo ad incidenti causati dalle pessime abitudini al volante: disattenzione, mancato rispetto della distanza di sicurezza e sopravvalutazione delle proprie capacità di guida.

Se a questo sommiamo le condizioni di molti autoveicoli che – grazie a controlli troppo blandi in fase di revisione –  circolano con gomme lisce, freni usurati, luci fulminate e altre amenità, non è difficile intuire che – prima di alzare il limite di velocità a 150 km/h in autostrada, occorrano delle azioni concrete per aumentare il livello di civilità e di sicurezza, punendo gli abusi.

Le ragioni del sì

Il presidente della Commissione Trasporti Alessandro Morelli ha spiegato quelle che – secondo lui – sono le ragioni valide per aumentare il limite di velocità a 150 km/h in autostrada. “Il ragionamento – spiega – è che gli strumenti di sicurezza stradale, attivi e passivi, hanno fatto tanti e tali passi avanti negli ultimi decenni. Per cui, ha poco senso mantenere in vigore quei limiti oggi che i rischi sono connessi a comportamenti diversissimi”.

La proposta, dunque, è quella di “consentire di arrivare a 150 km l’ora sulle tratte autostradali di massima sicurezza, e cioè quelle coperte da Tutor, con tre corsie per ciascun senso di marcia e asfalto drenante”. E Morelli aggiunge: “I vantaggi che avremmo sono un traffico più scorrevole, tempi di percorrenza più rapidi per tutti e poi, vogliamo dirlo? La libertà di muoversi, fatta salva la sicurezza, in maniera meno legata”.

Belle argomentazioni, ma non in Italia

Devo dire che trovo giuste le argomentazione portate da Morelli, e più in generale l’idea di innalzare il limite di velocità a 150 km/h in autostrada. Ma non in Italia. E non per un pregiudizio verso il mio paese, ma perché mi sembra che ci siano una serie di condizioni ostative ad aumentare il gas sulla nostra rete autostradale.

Un parco circolante vecchio e sempre meno sicuro

La prima ragione che mi porta a dubitare fortemente delle parole del presidente Morelli è l’età del parco circolante italiano, aumentata negli ultimi anni e indice di una massa di autoveicoli in circolazione sulle nostre strade sempre più vecchia e meno sicura. Le auto più vecchie, infatti, non sono dotate dei recenti strumenti di sicurezza stradale, attivi e passivi.

Se analizziamo i dati Unrae e ci limitiamo alle sole autovetture – beneficiarie dell’eventuale aumento del limite di velocità autostradale – scopriamo che su un parco circolante di oltre 37 milioni di auto, l’età media supera i 10 anni. 10,7 per la precisione – rilevati a dicembre 2017 – quando nel 2008 l’età media era di 7,9 anni.

Un bel peggioramento. Auto sempre più vecchie significa che – oltre a non essere dotate dei sistemi di sicurezza più recenti, come gli Adas – devono essere anche sottoposte ad una maggiore manutenzione per rimanere efficienti. E le condizioni di queste auto dovrebbero essere verificate in sede di revisione, da dove – però – escono vetture che non dovrebbero circolare affatto, tanto non sono in regola.

Automobilisti impreparati e disattenti

L’altro motivo che mi porta a dubitare fortemente che aumentare il limite di velocità a 150 km/h in autostrada sia una buona idea, è la scarsa preparazione e le cattive abitudini al volante degli automobilisti italiani.

Non si offenda nessuno, ma guido spesso in autostrada e mi trovo sempre a combattere con gente che non rispetta la distanza di sicurezza, cambia corsia senza guardare e senza azionare le frecce, frena improvvisamente e senza motivo… e chi più ne ha più ne metta!

Del resto, è l’Istat a certificare che la maggior parte degli incidenti avviene per distrazione e per cattive abitudini. Nei 174.933 casi rilevati, le cause riportate sono le seguenti: distrazione (35.761 casi), mancato rispetto della precedenza (32.362), velocità troppo elevata (23.087), mancata distanza di sicurezza (21.463 casi) e manovra irregolare (15.932)

Dati che dovrebbero far riflettere sulle modalità con le quali si insegna scuola guida e si affrontano gli esami di abilitazione alla patente. Se non capiamo che prima di dare la patente di guida vanno accertate le reali capacità di guida (e sottolineo reali), tutte le altre chiacchiere restano a zero.

In conclusione, lo ribadisco: la proposta di aumentare limite velocità a 150 km/h in autostrada sarebbe anche una buona proposta, ma non in Italia.

*Webwriter & blogger specializzato in Automotive

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