Polestar, il brand “vitaminico” di Volvo

di Piero Evangelisti

Per conquistare i clienti più esigenti, quelli che vogliono sentire i cavalli rombare sotto al cofano, non basta a volte offrire auto ad alte prestazioni, e può non bastare che queste siano sicuramente “premium”. Ecco perché da anni Audi, con le S e Rs, Bmw con le serie M, e Mercedes-Benz attraverso il sub-brand Amg, forniscono una versione ipervitaminica di ogni loro modello, autentiche supercar con centinaia di cavalli a disposizione. Con l’arrivo della Xc90, a Volvo è stato finalmente rilasciato, dalla platea degli esperti, il “passaporto Premium” – con grave ritardo rispetto alla qualità che da decenni le auto scandinave possono vantare, ma anche per colpa della Casa che ha sempre scelto un understatement a volte eccessivo – e quindi anche la Göteborg dà finalmente notorietà al suo brand Polestar, quello che identifica le versioni più performanti di ogni modello.

Una lunga tradizione

Gli ingegneri che si occupano delle Polestar, che scendono anche in pista nel Wtc, hanno alle spalle una lunga tradizione che comincia quasi 25 anni fa quando Volvo decise di scendere nell’arena del campionato turismo europeo con una 850 station wagon nel Btcc, il campionato inglese.  Ci vorrà tempo per affermare presso i clienti le Volvo Polestar, per dare notorietà a questo brand che ha venduto fino ad oggi circa 1.500 pezzi. Un aiuto potrebbe arrivare dalle vittorie che in Volvo si attendono dalla S60 Polestar da 400 cv nel Mondiale 2017 riservato alle auto a ruote coperte.

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