Elon Musk, numero uno di Tesla

Neppure Trump ferma la corsa di Tesla

di Ennio Montagnani

Neppure l’annuncio dello stop all’accordo di Parigi sul clima da parte del presidente americano Donald Trump è riuscito a fermare la corsa del titolo Tesla: dal primo giugno, giorno in cui Trump ha ufficializzato lo stop americano all’accordo, il valore dell’azione della compagnia numero uno al mondo nella progettazione, sviluppo e produzione di auto elettriche, ha infatti guadagnato il 4,5%, contro il +1% di Ford e la sostanziale parità del titolo General Motors (GM). D’altra parte, Tesla ha da tempo superato per capitalizzazione i due colossi storici dell’auto “made in Usa”: infatti, mentre Tesla vanta ora un valore complessivo di Borsa pari a 58,7 miliardi di dollari, GM non va oltre 51,8 miliardi e Ford  si attesta a 44,3 miliardi.

Eppure i bilanci piangono

Una corsa sul listino azionario americano che prosegue nonostante Tesla continui a pubblicare bilanci in rosso (-330 milioni di dollari nel primo trimestre 2017, il 17% in più rispetto ad un anno fa). Non solo, anche per i prossimi trimestri del 2017 e, probabilmente, anche per i primi due del prossimo anno dovrebbe accumulare perdite in base alle previsioni degli analisti. Resta il fatto che gli investitori che hanno scommesso al ribasso (i cosiddetti short sellers) sul titolo Tesla hanno perso qualcosa come 3,7 miliardi di dollari da inizio anno: un controvalore superiore a tutte le altre ‘scommesse al ribasso’ a Wall Street, persino alle perdite accumulate dai trader che in Borsa hanno puntato sulla correzione del valore di Borsa dei titoli Apple, Amazon.com e Netflix.

Analisti diffidenti

Nel frattempo le scommesse al ribasso contro Tesla sono cresciute dagli 8,7 miliardi di dollari di inizio aprile agli attuali 10,1 miliardi anche perché il prezzo obiettivo che gli analisti  indicano per i prossimi 12 mesi si posiziona, in media, a quota 250 dollari cioè il 30% in meno alle attuali quotazioni (357 dollari): l’analista più ottimista pensa che il titolo possa raggiungere quota 380 (+6%), mentre quello più pessimista lo colloca tra 12 mesi a 155 dollari (-56%).

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *