“Monolith”, quando è l’auto a comandare

 

Avete visto al cinema il film “Monolith”? È un thriller dal finale un po’ scontato con protagonista un’automobile, appunto l’avveniristica Monolith, super tecnologica e in grado di fare tutto da sola. All’inizio il veicolo, un grosso Suv nero (potrebbe nascondere una Range Rover), viene presentato dal progettista come l’auto più sicura al mondo e in grado di proteggere i suoi occupanti da qualsiasi minaccia. Le sue sue funzioni, ovviamente, possono essere attivate anche attraverso lo smartphone.

Dal film alla realtà

Salvo alcune esagerazioni, il film ci mostra una realtà non distante da quella attuale e futura: il veicolo è dotato di guida autonoma, maxi touchscreen con visibili i volti di chi risponde al telefono, dispone di un sistema più evoluto dell’attuale Siri, prevede diversi allarmi (incendio, effrazione, ecc), oltre a numerose altre cose.

Può succedere a tutti

La trama prevede che il bambino dell’attrice protagonista, giocando con lo smartphone della mamma, attivi involontariamente la chiusura di tutte le porte e l’interruzione dei vari circuiti. La mamma era ovviamente scesa dalla macchina dopo aver investito in pieno deserto (l’ambientazione è tra l’Arizona e la California) un animale. Inutili tutti i tentativi di scassinare le serrature e infrangere i vetri. Il resto della trama: grande panico, il sole picchia, imprevisti, nell’abitacolo la temperatura sale a 45 gradi, disperazione, il piccolo è allacciato al seggiolino e non può muoversi, il cellulare è finito per terra. Poi, il bambino perde i sensi per il caldo e la disidratazione, ecc ecc.

Il finale vede la super automobile “scusarsi”, “scalando”grazie al sistema “all terrain” e alla sua robustezza, un dirupo. Il resto lo vedrete, se volete, al cinema.

L’ultima parola

Riflessione da semplice spettatore: parliamo tanto già ora di guida autonoma, connettività, app, attivazioni della macchina a distanza e altre diavolerie. Il rischio (e il film lo evidenzia, forse involontariamente) è che alla fine sia l’auto a comandare, ad avere insomma l’ultima parola. Quello di “Monolith” è un esempio da non replicare nella realtà.

 

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