Foto: Giorgio Barbieri, Partner Deloitte e responsabile italiano per il settore Automotive

Mobilità elettrica e guida autonoma: il punto di Deloitte

Mentre a livello globale l’interesse dei consumatori per le tecnologie di connettività e guida autonoma sta diminuendo, gli italiani si dimostrano più aperti a queste innovazioni, anche se poco propensi a pagare di più per usufruire dei benefit tecnologici. In Italia, inoltre, continua a crescere l’attenzione per l’ambiente e la preferenza dei consumatori per la mobilità elettrica/ibrida, ma restano incertezze relative alle prestazioni e alle modalità di ricarica delle batterie.

È questo il quadro che emerge dal Global Automotive Consumer Study 2020, una ricerca condotta da Deloitte su oltre 35.000 consumatori in 20 Paesi nel mondo. Sebbene a livello globale i consumatori esprimano ancora forti perplessità, principalmente legate a tematiche di privacy e sicurezza, il mercato italiano si muove incontro tendenza sulla tecnologia AV (Autonomous Vehicles): infatti, solo il 25% dei rispondenti ritiene che non sia sicura. Un dato in costante calo rispetto alle precedenti edizioni del Global AutomotiveConsumer Study, ma anche nettamente più basso rispetto a Paesi come Stati Uniti (48%), Giappone (47%) e Germania (45%). Tuttavia, nel nostro Paese come negli altri mercati analizzati, il fattore prezzo rimane cruciale nelle decisioni di acquisto dei veicoli. Infatti, il 26% degli italiani non è disposto a corrispondere un “premium price” per usufruire della tecnologia a guida autonoma, mentre il 33% pagherebbe al massimo 400 euro. Analogamente, il 26% dei consumatori italiani dichiara di non essere disposto a spendere di più per un’auto in grado di comunicare con altri veicoli e con le infrastrutture pubbliche per migliorare la sicurezza stradale.

 “A livello globale, assistiamo a un netto raffreddamento dell’entusiasmo dei consumatori per i veicoli a guida autonoma. L’Italia si distingue però come uno dei Paesi più aperti e fiduciosi nei confronti di questa tecnologia, anche rispetto a mercati fortemente all’avanguardia come Cina e Giappone. Alla luce di questo spiccato interesse, le preoccupazioni legate a tematiche di sicurezza potrebbero essere ulteriormente mitigate sotto una duplice prospettiva: da un lato, con il potenziamento degli standard qualitativi, grazie a investimenti mirati sull’innovazione tecnologica; dall’altro, mediante il consolidamento del quadro normativo, per il quale le istituzioni pubbliche sono chiamate ad assumere un ruolo di leadership. Tutto ciò risulta essenziale affinché il settore Automotive riesca a convergere verso standard comuni e soluzioni tecnologiche integrate, con una forte riduzione degli oneri di compliance normativa”, commenta Giorgio Barbieri, Partner Deloitte e responsabile italiano per il settore Automotive. “Dal nostro studio emerge che i consumatori italiani si muovono in controtendenza rispetto ai principali mercati occidentali, dimostrando una significativa apertura nei confronti delle innovazioni tecnologiche del settore automobilistico.  Tuttavia, il fattore prezzo rimane un elemento di primaria importanza, che gli OEM devono attentamente valutare nelle proprie strategie. Anche in Italia, infatti, si registra una disponibilità più limitata – rispetto ai mercati orientali – a pagare un prezzo più alto per una maggiore connettività a bordo: un trend che suggerisce come le aspettative dei consumatori siano cresciute a tal punto da rendere i benefit tecnologici un requisito necessario ma non più sufficiente”.

La mobilità elettrica piace agli italiani, ma resta la diffidenza sulle batterie. Sebbene al momento i volumi del mercato ibrido/elettrico restino ancora limitati, i progressi tecnologici che impattano sul miglioramento dei loro sistemi di alimentazione (in termini di autonomia, affidabilità e prestazioni) evidenziano notevoli potenzialità in prospettiva futura.

Secondo lo studio di Deloitte, emerge in tutti i Paesi occidentali un forte e crescente interesse verso una mobilità più ecologica. Anche in Italia, il trend dei veicoli ibridi/elettrici continua a crescere: la preferenza dei consumatori per i motori ibridi/elettrici sale al 71%, in netto aumento rispetto al 58% di un anno fa. Tuttavia, per assistere a una definitiva affermazione delle auto elettriche sul mercato, gliOEM dovranno alleviare i timori dei consumatori sull’affidabilità e sulla durata delle batterie: la maggior parte degli italiani (57%) si aspetta un’autonomia della batteria di circa 500 km, benché mediamente percorra soltanto 43 km al giorno; quasi 1 italiano su 2 (45%) sarebbe disposto ad attendere 30 minuti (o più) per la ricarica completa di una batteria elettrica, mentre una quota limitata (15%) prevede un’attesa inferiore ai 10 minuti.

Anche la scarsità delle infrastrutture di ricarica delle batterie nel territorio è una questione che preoccupa la maggior parte dei consumatori italiani, secondo i quali la creazione dell’infrastruttura e delle stazioni di ricarica per i veicoli elettrici spetta anzitutto alle compagnie elettriche (39%), seguite da enti pubblici (30%) e solo in via residuale dagli OEM (19%).

“È importante notare come i consumatori italiani si dimostrino particolarmente sensibili alle tematiche ambientali”, conclude Giorgio Barbieri, Partner Deloitte e responsabile italiano per il settore Automotive. “Per il terzo anno consecutivo, infatti, nel nostro Paese continua a crescere la preferenza nei confronti della mobilità ibrida/elettrica, a discapito dei carburanti tradizionali che perdono sempre più terreno.  Alla base di questo trend vi è anzitutto la consapevolezza di poter contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale, prima ancora delle tematiche economiche legate ai risparmi di costo e ai vantaggi fiscali. Gli OEM devono pertanto dimostrarsi in grado di intercettare questa nuova sensibilità del mercato e cogliere le opportunità che ne possono derivare sia sotto il profilo delle vendite che del posizionamento e dell’immagine agli occhi dei clienti. A questo proposito, sarà cruciale che player privati e istituzioni pubbliche riflettano su una partnership strategica finalizzata al potenziamento delle infrastrutture di ricarica, le quali costituiscono la principale preoccupazione per gli acquirenti di veicoli elettrici”.

 

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