Michelin, 10 anni di investimento sui giovani
di Gianfranco Chierchini
Quando un quarto di secolo fa, il Codice della strada del 1992 indicò la necessità che l’educazione stradale entrasse nelle scuole come materia, la stragrande maggioranza degli insegnanti espresse numerose perplessità: la mancanza di tempo a disposizione, l’incertezza nell’individuazione del coordinatore e, soprattutto, la difficoltà di acquisire le competenze necessarie per evitare che la nuova materia fosse soltanto la descrizione dei segnali stradali. In soccorso alla scuola si mossero di lì a poco realtà pubbliche (ad esempio la Polizia stradale e molte Polizie locali), associazioni di imprese e singole realtà produttrici di beni e di servizi, collegati alla mobilità (assicurazioni, carburanti, veicoli, ecc.). Condizioni per entrare nella scuola erano la gratuità dell’impegno e dei materiali messi a disposizione, un confronto con i docenti sui contenuti e il divieto di qualsiasi forma di promozione commerciale. Ammesso soltanto il logo dell’impresa. Tra le imprese impegnate in questa attività, Michelin Italia è certamente una delle più importanti, per l’ormai decennale impegno e per la sua qualità. In 10 anni Michelin ha coinvolto direttamente più di un milione e mezzo di soggetti (dagli studenti ai docenti) e più di sei milioni e mezzo di cittadini ne sono stati messi al corrente (con il tam tam familiare, con la stampa locale, con l’eco delle premiazioni, ecc). Sono state coinvolte 18.000 scuole, più della metà del totale. Gli insegnanti ricevono e discutono le proposte educative dei formatori che Michelin mette a disposizione avvalendosi di “LaFabbrica”, una società con notevole esperienza; poi ricevono un sostegno costante oltre ai materiali multimediali predisposti, per se stessi e per ciascun alunno. Il sostegno riguarda anche il coinvolgimento dell’opinione pubblica del quartiere, delle forze sociali, della stampa locale, ecc. A seconda dell’età dei ragazzi, dai 6 ai 19 anni, il programma Michelin varia nei contenuti, ma ruota attorno all’ obiettivo principale di favorire nei giovani una mobilità responsabile: la sicurezza stradale prima di tutto (il rischio di incidente è presente sempre) e la sostenibilità delle scelte individuali, non solo nel campo della circolazione automobilistica. Questa impostazione rientra nella filosofia di Michelin fin dalle sue origini: produrre e vendere pneumatici, certamente, ma occuparsi anche della qualità del viaggio dell’utente, accompagnandolo ieri con informazioni cartacee, oggi con la connettività. La ben nota “Guida Michelin” dei ristoranti, nasce ai primi del secolo scorso come guida che consigliava le strade d’allora da percorrere o da evitare, con qualche indicazione di alberghi e di trattorie lungo il viaggio. Siamo di fronte a un impegno importante, oltre che economico, anche di prospettiva: investire oggi sulla crescita di responsabilità dei giovani per favorire domani una migliore mobilità, e forse anche qualcosa in più della mobilità.