Giorgio Elefante, Automotive Leader di PwC Italia

Lo studio di PwC sull’auto connessa ed elettrica

Il settore automotive si trova all’alba di un crocevia storico, e molteplici forze stanno provocando la prossima rivoluzione della mobilità.

La spinta tecnologica è forte: il 100% delle vetture nuove sarà connesso probabilmente già nel 2022, mentre i primi veicoli con livello di autonomia L4 saranno utilizzati per specifiche funzioni già dal 2021.  I veicoli elettrici rimarranno una minoranza delle immatricolazioni di nuove vetture fino al 2030, quando stimiamo che conteranno per il 50% dei volumi cinesi, per il 44% di quelli europei e ancora solo per il 20% di quelli statunitensi.

Il mercato dei veicoli condivisi a richiesta (Mobility as a Service, MaaS) è previsto in crescita dagli 87 miliardi di dollari del 2017 fino a 1.400 miliardi di dollari nel 2030, a livello complessivo in Usa, Ue e Cina. Nella sola Europa, MaaS crescerà dai 25 miliardi di dollari registrati nel 2017 a oltre 450 miliardi di dollari nel 2030, ma sarà certamente superato dal mercato cinese nel 2030.

I profittevoli servizi legati alla mobilità compenseranno, nell’economicità dei costruttori, la porzione di ricavi legati alla vendita dei veicoli che è prevista in calo: MaaS pertanto rappresenterà nel 2030 il 22% dei ricavi e il 38% dei profitti dell’industria automotive, mentre a quel tempo la vendita dei veicoli nuovi peserà per il 38% dei ricavi e per il 26% dei profitti.

Il ruolo della politica

Se la direzione del cambiamento è chiara, la velocità della trasformazione dipenderà più dalla politica che dalla tecnologia.

Il contesto regolatorio abilitante la guida autonoma è più favorevole negli Usa che in Europa, dove l’evoluzione è più lenta per la complessità di legislazioni differenti fra gli Stati membri.

Le pressioni regolatorie verso l’elettrificazione avvengono in modo disomogeneo: proibizioni al traffico locale nelle grandi città inflitte ai veicoli mossi da propulsori a combustione interna, sgravi fiscali per i veicoli a trazione elettrica e vincoli alle immatricolazioni di veicoli in quota-parte elettrici spingono verso l’elettrificazione con efficacia differenziata.

La percezione di convenienza da parte dei Governi rispetto alla elettrificazione è altrettanto differenziata: in Occidente le accise sui carburanti rappresentano un ingente introito per i bilanci statali, e la forza lavoro impiegata nella produzione di componenti per auto-trazione contribuisce in modo significativo all’occupazione; nel Sud-Est Asiatico, per contro, la riduzione dello smog e un posizionamento di leadership mondiale nella tecnologia delle batterie sono obiettivi efficacemente perseguiti attraverso la spinta verso la propulsione elettrica.

La necessità di accelerare

All’alba di questa rivoluzione annunciata, il tempo disponibile per prepararsi alle sfide in ogni caso non è più molto. I costruttori devono continuare ad essere efficienti disegnatori e produttori di veicoli, e al contempo devono diventare più flessibili per calarsi agilmente nel ruolo di fornitori di servizi digitalizzati alla mobilità.

Il costruttore di domani

In generale, i costruttori devono gestire il moltiplicarsi di canali fisici e digitali di interazione e ingaggio con i clienti, al di là delle tradizionali strutture distributive, e devono apprendere come operare attraverso un numero drasticamente crescente di punti di contatto con i clienti.

La gestione dei servizi alla mobilità significa per i costruttori un differente bilanciamento della propria presenza: da regioni a basso costo in cui è localizzata la produzione, occorre spostarsi in costose aree metropolitane per operare servizi a più alto livello di interazione.

Cicli di innovazione più veloci richiedono ai costruttori un cambiamento radicale delle funzioni Information Technology: i servizi alle vetture connesse richiedono competenze drasticamente diverse nel campo IoT che non necessariamente devono essere interamente possedute internamente.

Giorgio Elefante, Automotive Leader di PwC Italia, ha dichiarato: “Il nostro offering tradizionale è ormai efficacemente integrato fra le Linee di Servizio (Audit, Capital Markets e Risk; Strategy, Management e Technology Consulting; Deals; Tax e Legal), con una pronunciata verticalità sul settore automotive, ed è arricchito da profonde competenze specialistiche. Ai protagonisti della trasformazione dobbiamo infatti offrire servizi all’altezza delle sfide che devono affrontare e vincere per avere successo, aiutandoli a disegnare nuovi servizi alla mobilità, ad attivare nuove modalità di interazione con i clienti per arricchire la loro digital experience, a fare leva sulle migliori tecnologie disponibili per realizzare in modo efficiente l’innovazione dei modelli di business. Attraverso partnership mirate, come quella con High-Mobility GmbH nel campo dei servizi alle vetture connesse, siamo in grado di accorciare i tempi dell’innovazione e di mitigare i relativi rischi di esecuzione”.

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