La città digitale è pronta. Sulla carta

Di smart city, le metropoli intelligenti, si sente parlare sempre più spesso. Sono ancora lontane, basta guardarsi attorno in una delle nostre città mentre siamo al volante incontrando semafori che sono tutt’altro che intelligenti, spesso studiati per scoraggiare l’uso dell’automobile che resta il mezzo più utilizzato per spostarsi, ma sempre più difficile da parcheggiare, per esempio. Ma le prove generali, da Stoccarda a San Francisco, sono in corso, e Bosch sta dando il suo contributo che, secondo la tradizione del gigante tedesco dell’elettronica, è fortemente innovativo. L’approccio è globale perchè per le future smart city, Bosch offre soluzioni nel campo della mobilità, dell’energia, degli edifici, della sicurezza e della e-governance, vale a dire che ha predisposto il modello per l’amministrazione digitale di una città. Rimaniamo nel campo che ci riguarda, quello della mobilità,  per la quale la multinazionale tedesca ha messo a punto sistemi di monitoraggio ambientale, di parcheggi connessi in rete, di gestione di flotte e del trasporto intermodale. Sono queste le aree dove l’elettronica e la digitalizzazione possono offrire molto, anche se il tessuto urbano delle nostre città (ma è così in gran parte delle aree urbane del pianeta) è ben lontano da esserlo, sia sotto il profilo energetico (pensiamo alla realizzazione delle infrastrutture di ricarica per le vetture elettriche) sia dal punto di vista della sicurezza, un campo dove l’azienda che ha inventato l’Abs e l’Esp è tuttavia una presenza rassicurante per i futuri progetti.

Piero Evangelisti

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