Incubo Covid-19: arrivare preparati alla graduale ripresa

di Paolo Scudieri, presidente di Anfia

 

La filiera automotive si trova oggi di fronte a una situazione senza precedenti, nel quadro della crisi economica più pesante dal Secondo dopoguerra in cui la pandemia ci ha scagliato. I numeri del mercato auto a marzo raccontano quindi la gravità e l’eccezionalità di questo momento, in cui viviamo un doppio shock: sull’offerta, con il blocco degli stabilimenti produttivi – per l’Ue allargata al Regno Unito, Acea ha stimato per 16 giorni di chiusura una perdita di oltre 1,2 milioni di veicoli, di cui 78.000 in Italia, senza contare il fortissimo impatto sulla componentistica – e sulla domanda, con l’inibizione dei consumi dovuta alla chiusura della rete di vendita.

Fin da ora, bisogna fare i conti con le enormi preoccupazioni dei consumatori sull’impatto occupazionale della crisi – ricordiamo che la sola filiera produttiva automotive conta, in Italia, oltre 270.000 addetti – come mostra il clima di fiducia in ulteriore calo a marzo, dopo la flessione di febbraio. E’ quindi del tutto impari il confronto con marzo 2019, quando nonostante un calo di mercato del 9,6%, dovuto anche alle criticità operative di attuazione del bonus per le vetture a basse emissioni di CO2, le immatricolazioni avevano superato le 194.000 unità e la produzione si era attestata sopra le 53.000 autovetture, di cui oltre la metà destinate ai mercati esteri.

Quello che è più urgente in questo momento è dare un aiuto concreto alle imprese per superare l’impasse e arrivare preparate alla graduale riapertura delle attività, strutturando, al contempo, un più ampio piano di rilancio dell’intero settore – come stanno facendo altri Paesi – per il quale la crisi attuale si inserisce nel contesto di una già sfidante transizione industriale. Sono immediatamente necessari interventi a supporto della liquidità, affinché le aziende possano far fronte al crollo della domanda e del fatturato: tra questi, chiediamo la conversione delle perdite fiscali in credito d’imposta, l’introduzione di finanziamenti agevolati del capitale circolante con durata fino a 10 anni e garanzia dello Stato, la sospensione di tutti i pagamenti per imposte, tasse e contributi previdenziali e assistenziali fino alla fine del periodo di emergenza e una riduzione dei tempi necessari a ottenere il rimborso dei crediti d’imposta.

Fondamentale anche sostenere le attività di ricerca, sviluppo e innovazione, motore della crescita del sistema Paese, incrementando i relativi crediti d’imposta e prorogandoli fino al 2025, nonché gli investimenti in beni strumentali, agendo in maniera analoga sul credito d’imposta introdotto dalla legge di bilancio 2020. Tra i provvedimenti utili a innescare la ripresa, quando le concessionarie torneranno a operare, pensiamo a un rafforzamento del bonus esistente per le vetture elettrificate fino a 60 g/km di CO2, con maggiori risorse destinate, e l’inclusione di un’ulteriore fascia incentivabile per vetture ad alimentazione alternativa fino a 95 g/km di CO2, così da rivolgerlo ad un pubblico più vasto, rendendolo strumento idoneo a risollevare la domanda già nei prossimi mesi. Per il comparto strategico delle auto aziendali, inoltre, sarebbe opportuno allineare la tassazione italiana a quella degli altri Paesi Ue, innalzando la detraibilità Iva dal 40% al 100%.

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