Illegalità “padrona” della  logistica.  Governo immobile

di Paolo Uggè *

Per frenare l’illegalità che ormai fa da padrone nella logistica esiste una sola via:  tornare al rispetto delle regole, di gran lunga applicabile alle normative che includono e di responsabilità della responsabilità condivisa di tutti coloro che compongono la filiera del trasporto, così come integrati l ‘ azione di rivalsa e valori della sicurezza. Una via che Conftrasporto indica da anni ma che è stata seguita dal 2011 non hanno seguito, preferendo logiche diverse. Perché? Come mai non sono applicate queste normative? Pura e semplice superficialità di coloro che hanno avuto la responsabilità di gestire il dicastero dei Trasporti? O forse il peso di qualche rappresentanza della committenza che mira solo a lucrare sulle attività degli operatori che rischiano in proprio?

Dopo tanti anni quesiti come questi, da cui può dipendere – non scordiamolo – la vita di moltissime persone, non meriterebbero di trovare finalmente risposte chiare e nette? Conftrasporto si batte da tempo perché il rispetto delle regole sia un fatto consequenziale. Invano. Inutili sono stati, negli anni, ricorsi ai tribunali amministrativi, all’Autority Antitrust, alla Corte costituzionale e anche alla Corte di giustizia europea. Il risultato, anche se alcuni interpreti del diritto hanno confermato che le norme italiane erano incompatibili con i principi costituzionali e del libero mercato (riuscendo anche a far credere che così fosse e che presto, finalmente, le cose effettivamente cambiate ….) , è stato esattamente il contrario. Niente di vero, dunque. La Corte suprema ha riconosciuto la validità dei valori purché definiti da un’Autorità terza pubblica e quindi ha rigorosamente interpretato l’incompatibilità dei dati collegati. Da ultimo anche la Corte costituzionale ha respinto due ricorsi riconoscendo la perfetta validità delle norme contestate.

Eppure è sotto gli occhi di tutti quelli che hanno l’obbligo di offrire un unico scopo: porre fine a episodi di sfruttamento, favorire la maggior sicurezza oltre che evitare le perdite costanti per le entrate dello Stato. Chi ha ovviato di garanzia il rispetto di una legge dello Stato è, dunque, colpevole. È pur vero che, a loro discolpa, inclusi i pareri dell’Antitrust che ha avversato quelle normative che erigendosi a un giudice supremo, addirittura superiore alla Corte di giustizia europea e alla Corte suprema nazionale. Ma il dubbio che sia mancata una attenta valutazione è forte, innanzitutto perché appare indecoroso che un uomo di governo, investito da un mandato popolare, sia pure attraverso il Parlamento, sia sottostare un giudizio di un’autorità, espressione di pura e semplice burocrazia.

Nei fatti, queste interpretazioni superficiali hanno finito con il  generare situazioni che hanno danneggiato gli operatori e lo stesso Stato. Una situazione che la giornalista  Milena Gabanelli ha affermato chiaramente sul “Corriere della Sera” di lunedì 16 dicembre 2019,  dando spazio alla denuncia di  Roberto Fontana, sostituto procuratore nel dipartimento Crisi d’impresa della Procura di Milano , contro la “società che si aggiudicano un basso costo contratti di appalto o subappalto e che spariscono in poco tempo ”, ed evidenzia proprio come il fenomeno“ sia diffuso in alcuni settori produttivi, nelle attività di servizi, ma soprattutto nella logistica ”. Logistica che ha visto in un caso “emblematico” citato sempre da Milena Gabanelli sul “Corriere della Sera” : “Quello di Ceva Logistics per la quale proprio la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Milano ha riservato un’inedita“ amministrazione giudiziaria ”di uno  degli stabilimenti di Ceva Logistics Italia Srl, divisione del colosso quotata a Zurigo e con 7 miliardi di fatturato in 170 Paesi per 58.000 dipendenti ”.

Un quadro quello mostrato dal “Corriere”, che è la perfetta rappresentazione di una condizione che è ampliata proprio  perché sbagliate interpretazioni o la mancanza di applicazione , attraverso i controlli, la normativa di legge, l’hanno  favorita. Con proprio il settore della logistica che “brilla” per il suo coinvolgimento:  imprese che appaltano e altre che subappaltano e che funzionano i vettori coinvolti anche irregolari, che non pagano le tasse e che sono oggetto di sfruttamento inaccettabile.

Necessaria la regola per il margine dei costi è la regola delle regole della sicurezza sociale e della circolazione che sono alla base della lettura 32/05 e dei successivi decreti legislativi di funzionamento, s opravvive solo chi viola le norme . Alla luce di queste “verità assolute” e a nessuno, a meno di essere in malafede, può contestare, quale risposta verrà dati alla richiesta contenuta nell’intesa raggiunta con  il ministro per le Infrastrutture ei Trasporti, Paola De Micheli  e più che mai richiesto per porre bene una situazione vergognosa che si è generato nel tempo? La politica non perda tempo supplementare, anche perché chi ha precedentemente nominato responsabile del dicastero dei Trasporti lo ha già fatto abbondantemente.

A chiederlo, denunciando una situazione inaccettabile in un Paese civile, non sono questa volta le federazioni di un settore, ma  una giornalista che ha voluto approfondire ed evidenziare un’autentica vergogna.

* Vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio

 

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