Il rischio di un’Iva più alta spaventa i concessionari

di Adolfo De Stefani Cosentino*

Il mese di agosto è tradizionalmente poco rappresentativo perché troppo condizionato dal “chiuso per ferie”. Ma è evidente che se i numeri non fossero stati tirati su dalle auto-immatricolazioni di case e concessionari, obbligati dall’entrata in vigore delle nuove norme sull’Euro 6 D-Temp dal 1° settembre, il risultato del mese sarebbe stato ulteriormente negativo.

E certamente bene non fa la crisi di Governo che insieme allo stallo dell’economia italiana e al deterioramento dello scenario economico internazionale costituiscono gli aspetti di contorno più preoccupanti. Riguardo le evoluzioni interne, a questo punto non possiamo che auspicare che dal confronto tra le forze politiche e nella discussione sulla formula del nuovo Governo attraverso cui dare soluzione alla crisi, si mantenga salda la consapevolezza di una comune responsabilità. La responsabilità, cioè, di scelte chiare e tempestive.

Ciò che più preoccupa le concessionarie è l’impatto dovuto all’inasprimento delle aliquote Iva che si profila a partire dal prossimo anno. L’aumento va evitato a qualsiasi costo poiché si tradurrebbe in un indebolimento della domanda di autovetture e un’ulteriore contrazione del mercato, in un contesto economico nazionale di completo stallo. Il settore auto ha bisogno di un piano articolato di interventi e tra tutti è indispensabile definire un piano strutturale per lo svecchiamento del parco auto italiano, che tenga conto dell’efficienza ambientale di tutti i carburanti, senza escludere aprioristicamente i motori diesel di nuova generazione, e rivedere completamente il meccanismo di bonus/malus in vigore dallo scorso marzo.

*Presidente di Federauto

 

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