Galletti e i soliti punti della situazione

Per capire come chi ci governa agisca in modo superficiale e quindi senza concretezza sul tema “green”, basta solo leggere il programma del ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, in occasione dell’apertura di Ecomondo alla Fiera di Rimini. “Dopo una visita tra gli stand di Ecomondo – recita infaticamente una nota stampa – …. Galletti incontra gli assessori all’Ambiente delle Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto per un punto della situazione sulle attività rivolte al miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano, anche alla luce della procedura d’infrazione aperta nei confronti dell’Italia per il superamento delle soglie per la concentrazione di Pm10 in tutta la Pianura Padana”. A dover far riflettere è la seguente frase: :… per un punto della situazione… “. Scusi, signor ministro, ci troviamo ormai a quasi un mese dall’inverno e da settimane è tornato il solito ritornello dello smog che ammorba le citta, che per le polveri sottili colpevoli sono soprattutto le auto, che…. insomma, siamo alle solite. Ci si limita sempre a prendere atto della situazione e a far suonare la stessa musica. Non trova, signor ministro, che si dovrebbe pensare a come affrontare – concretamente – queste emergenze mesi e mesi prima? A cosa sono serviti tutti quei tavoli “verdi” allargati a decine di associazioni, spesso l’una contro l’altra? Cosa ne è uscito? E invece siamo qui a fare il punto sui soliti provvedimenti di emergenza presi dagli enti locali. Si vuole veramente svoltare in direzione della mobilità ibrida ed elettrica? Lo si faccia, allora. Ma seriamente. Nulla, però, si fa ancora per rigenerare un parco auto vecchio e per nulla sicuro, aiutando le famiglie a cambiare macchina. Guardi, per esempio, la per nulla simpatica Germania cosa ha messo sul piatto: un pacchetto di incentivi per un ammontare di 12 miliardi da qui al 2019 per chi acquista vetture ibride ed elettriche. L’obiettivo è quello di arrivare a un milione di veicoli “green” sulle strade tedesche entro il 2020. Anche in Italia occorrono procedimenti strutturali, che abbraccino tutti i soggetti che originano emissioni, dai sistemi di riscaldamento alle industrie, ecc, affinché ne sia favorito il ricambio il più rapidamente possibile. L’analisi deve essere a 360 gradi. E basta con i soliti punti della situazione che sfociano nei classici provvedimenti tampone. Quest’anno ci risiamo, per l’ennesima volta, nonostante lamentele, comunicati, promesse, mezze promesse, proposte, tavoli, convegni, dichiarazioni…

Pierluigi Bonora

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