Il mercato sprofonda, ma non drammatizziamo

di Gian Primo Quagliano*

Profondo rosso in settembre per il mercato dell’auto dell’Unione Europea e dell’Efta. Le immatricolazioni fanno infatti registrare un calo del 23,4% rispetto a settembre 2017. La situazione non è però allarmante perché questa pesante contrazione è la conseguenza dell’anomalo incremento che si è verificato in agosto che ha visto le immatricolazioni crescere del 29,8%. Responsabile di questo andamento del tutto atipico è l’entrata in vigore dal 1° settembre di un nuovo sistema per misurare le emissioni in sede di omologazione: il sistema WLTP.

Dal 1° settembre possono essere immatricolate soltanto le vetture omologate con questo nuovo sistema. In luglio e soprattutto in agosto le Case automobilistiche hanno quindi forzato le vendite per le vetture i cui tipi non erano ancora stati omologati con il nuovo sistema e questo ha determinato il boom di agosto di cui si è detto. La forzatura di agosto ha determinato poi il vuoto di domanda di settembre a cui si è aggiunto il fatto che molte case hanno avuto difficoltà a soddisfare la domanda perché non avevano un  numero sufficiente di vetture con la nuova omologazione.

Nel nostro Paese, dopo il crollo dovuto alla crisi iniziata nel 2008, le vendite hanno messo a segno un buon recupero nell’ultimo triennio portandosi a ridosso di quota 2.000.000. È questo il livello intorno a cui dovrebbero attestarsi le immatricolazioni anche nel 2018. Se le condizioni economiche del Paese lo consentiranno. il mercato italiano dovrebbe però continuare a crescere nei prossimi due/tre anni.

Complessivamente considerato, il mercato dell’Unione Europea e dell’Efta gode di buona salute sia perché, come si è detto, le immatricolazioni sono in crescita del 2,3% nei nove mesi sia perché, dei trenta mercati dell’area, nei primi nove mesi del 2018 la stragrande maggioranza sono in aumento. Il mercato della UE+Efta non si è ancora riportato ai livelli ante-crisi, cioè al livello del 2007, ma nel 2018 dovrebbe ridurre ulteriormente il gap che ancora rimane.

*Presidente del Centro studi Promotor

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