Il 2019 e la disfatta del diesel

di Paolo Scudieri*

A dicembre 2019 il mercato riporta una crescita a doppia cifra (non accadeva dallo scorso settembre )anche grazie a un giorno lavorativo in più rispetto a dicembre 2018 (20 giorni contro 19). Le immatricolazioni del mese, superando le 140.000 unità, sono al di sopra della media degli ultimi 4 anni, dal 2015 al 2018, per il mese di dicembre (120.000 unità in media). Il recupero delle vendite registrato a partire da settembre 2019 – condizionato dal confronto con una fase del 2018 dai volumi particolarmente bassi per effetto dell’entrata in vigore del WLTP – è stato determinante per la chiusura positiva del secondo semestre dell’anno (+5,5%), che ha fatto seguito a un primo semestre negativo (-3,4%), in cui solo il mese di aprile è risultato in rialzo (+1,8%).

L’anno appena concluso, del resto, si era aperto all’insegna della preoccupazione per ilBonus-Malus entrato in vigore il 1° marzo, che ha condizionato i primi mesi del 2019contenendo gli ordini di auto ricaricabili (BEV+PHEV) prima della misura, e decollando ad aprile, con 1.736 nuove registrazioni, pari all’80% di quanto venduto a gennaio-marzo 2019. La crescita delle vendite di auto ricaricabili nel 2019 (+68% a gennaio novembre) è stata tuttavia inferiore a quella registrata nel 2018, senza ecobonus, con volumi raddoppiati rispetto al 2017.

Nel 2020, con i nuovi obiettivi per la riduzione delle emissioni di CO2 delle vetture immatricolate, i costruttori dovranno puntare su un rinnovo delle flotte centrato su un profilo emissivo adeguato alla normativa. Per l’anno in corso, le risorse disponibili dell’ecobonus ammontano a 70 milioni di euro, a cui si aggiungono i 15,5 avanzati nel 2019. Come Anfia, abbiamo chiesto un incremento strutturale del plafond, data la maggiore disponibilità di modelli, inclusi quelli prodotti da Fca, che – in presenza di un’offerta di soluzioni di ricarica intelligenti sia pubbliche sia private – potrà attrarre un maggior numero di acquirenti di auto ricaricabili.

Il 2019, inoltre, verrà ricordato come l’anno in cui il diesel ha perso la leadership di mercato a favore della benzina, attestandosi ad una quota di penetrazione attorno al 40% nei 12 mesi, contro il 51,2% del 2018. L’anno è stato segnato anche dal recente accordo Fca-Psa, che la filiera italiana accoglie positivamente e di cui si apre ora la fase di attuazione. L’inizio del decennio appena concluso era stato caratterizzato dalla fusione tra Fiat Group Automobiles e Chrysler, dando il via ad un periodo di grandi trasformazioni che ha visto mutare gli equilibri a livello globale, in termini di mercati e player, con aggregazioni di attori e competenze.

Il 2020, che apre un decennio ancora più sfidante per l’evoluzione del settore, debutta nel contesto di una pesante flessione produttiva: l’indice della produzione dell’industria automotive italiana, in calo dall’ultimo trimestre 2018, diminuisce del 9,9% nel periodo gennaio-ottobre 2019, con ordinativi in ribasso dell’11,1% (-14% la componente interna) a gennaio-settembre 2019. A dicembre, tuttavia, il clima di fiducia di consumatori e imprese è in ripresa.

All’industria dell’auto si richiede di affrontare un’epocale riconversione produttiva che implica ingenti investimenti: si tratta di un processo che necessita di un approccio di sistema e di una visione condivisa tra tutti gli attori coinvolti, per garantire un ritorno degli investimenti. Dal primo gennaio, inoltre, è in vigore la nuova tassazione delle auto aziendali in fringe benefit prevista dalla Legge di Bilancio 2020 e applicata alle auto immatricolate a partire dal 1° gennaio per contratti siglati dal 1° luglio 2020.

L’attuale formulazione della misura (con tassazione agevolata per BEV e PHEV con emissioni di CO2 fino a 60 gr/km), concordata con il MEF dopo un’intensa attività, dà una valenza ambientale al benefit e tiene conto delle tempistiche di immissione nel mercato degli ECV prodotti in Italia. Sempre in tema di fiscalità, infine, come già nel 2019, anche nel 2020, fortunatamente, non sono scattati i tradizionali adeguamenti tariffari dei pedaggi autostradali di inizio anno, almeno sul 95% delle autostrade italiane, differiti dal Decreto Mille proroghe.

*Presidente di Anfia

 

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