Fase 2: incentivi forti per ripartire

di Pier Luigi del Viscovo, direttore di Fleet & Mobility

Il mercato auto valeva 40 miliardi, che diviso per il Pil fa 0,023, ossia il 2,3%. Non sarebbe una priorità nazionale, se i soldi si contassero e basta. Però, l’auto fa notizia: quando il mercato va male deprime e quando scoppietta produce fiducia, spingendo poi magari le persone a cambiare il frigorifero o il telefonino. D’ora in avanti, dovremo far ripartire tutti i consumi, nessuno escluso, e questo prodotto può fare da volano. Questi soldi si pesano, non c’è niente da fare. Per farlo ripartire velocemente occorre puntare su chi potrebbe acquistare un’auto nel 2021, spingendolo con un forte incentivo ad anticipare al 2020.

Ben 240 esperti e operatori del mondo auto interpellati da AgitaLab, un think tank di settore, hanno dato priorità agli incentivi per l’acquisto di un’auto nuova (41%) o anche usata, Euro 5 e 6 (38%). Meno di 1 su 4 ha indicato come priorità gli incentivi fiscali sulle auto aziendali, quali l’Iva detraibile al 100%, il superammortamento e un’elevata deducibilità del costo. Sebbene sia probabilmente la misura più giusta, sarebbe per sua natura stabile e dunque di scarso impatto.
Ma quali macchine incentivare? Negli ultimi tempi, l’industria, per inseguire i limiti irraggiungibili fissati dall’Ue, aveva prodotto una discreta confusione, tra emissioni di CO2 e propulsori ibridi, pienamente ibridi, ibridi a metà e ibridi con la spina. Ma il lockdown, si sa, porta consiglio e gli esperti hanno suggerito di tornare con i piedi per terra. Poco meno della metà di essi incentiverebbe le auto fino a 160 g/km di emissioni di CO2, che rappresentano l’80% del mercato, mentre un altro 29% non porrebbe nemmeno quel limite.
Senza un incentivo forte, gli esperti si aspettano una flessione tra maggio e luglio superiore al 50% rispetto allo scorso anno, che dopo l’estate si manterrebbe ben sopra il 30%. Su queste basi, tenendo conto di una flessione del noleggio a lungo termine ben più contenuta, ma anche che dal rent-a-car e dai «Km 0» non arriveranno volumi significativi, il Centro Studi Fleet&Mobility stima che le vendite quest’anno sarebbero intorno a un milione e centomila macchine. L’incentivo, sconsigliabile se la crisi fosse solo del settore, sembra quanto mai opportuno in questa situazione senza precedenti.

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