Città dei Motori dell’Anci: opportunità da sfruttare

di Mariella Mengozzi, direttrice del Museo dell’Automobile di Torino

Città dei motori dell’Anci consente di lavorare a livello nazionale sullo sviluppo del potenziale di questo settore. È esattamente quello che serve, perché l’automobile è una parte della nostra storia personale, ma anche una parte della storia del nostro Paese, e può diventare un asset ancora più importante anche a livello economico. Quando dirigevo il museo Ferrari di Maranello, venne lanciato il concept della Motor Valley in Emilia. Credo che Torino debba dialogare con loro, e viceversa, e che questo coinvolgimento vada allargato anche al museo Alfa Romeo di Arese, così come alle collezioni private di auto che esistono in tutt’Italia. Grazie a Città dei motori dell’Anci questo insieme di eccellenze viene messo a sistema. Un lavoro che riguarda il piano nazionale, ma l’Anci con Città dei motori contribuisce anche in ambito locale. Torino è entrata in questo progetto tre anni fa.

Qui e in Piemonte c’è un tessuto vivo di aziende che si occupano di automobili. Sperimentano e quotidianamente si interfacciano con tutti i carmaker del mondo: da Fca ai grandi gruppi emergenti cinesi. C’è tanto da raccontare. Ci sono i grandi brand storici come Pininfarina e Italdesign che continuano a lavorare a pieno ritmo. Marchi globali come Sabelt e Sparco, leader riconosciuti per gli accessori sportivi che continuano a fare innovazione. Ci sono poi soggetti nuovi come Tuc, che ha appena presentato il suo concetto di vettura del futuro basato sulla piattaforma Meb di Volkswagen, la più innovativa per le auto elettriche. E poi c’è Icona, un centro stile che lavora in tre continenti frutto dell’alleanza di due aziende torinesi come Cecomp e Autocad. E poi Mat che sta realizzando l’auto elettrica più potente di sempre. Non mancano gli spunti.

Va creato un maggiore coinvolgimento di tutta la città, a cominciare dalla politica. Torino ha un’opportunità unica: può sviluppare un’offerta culturale e turistica trasversale, che ruoti attorno all’auto e ai milioni di appassionati nel mondo. Abbiamo il Museo del cinema alla Mole, la settima arte che convive sempre con le automobili. Cinema e motori si devono parlare. Lo stesso vale per i percorsi enogastronomici: cibo e automobili sono passioni che si «parlano». Quando lavoravo al Museo Ferrari dopo le rosse si passava al Lambrusco. Un settore importante per l’Italia, com’è la moda, è molto legato alla storia dell’auto, ecco perché ritengo che Città dei Motori dell’Anci sia una grande opportunità.

Città dei motori dell’Anci consente di lavorare a livello nazionale sullo sviluppo del potenziale di questo settore. È esattamente quello che serve, perché l’automobile è una parte della nostra storia personale, ma anche una parte della storia del nostro Paese, e può diventare un asset ancora più importante anche a livello economico. Dobbiamo recuperare la nostra identità di Paese dei motori: all’estero le nostre auto sono le più ammirate. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, offrendo oltre al Mauto anche la rete di rapporti con gli stakeholder e alcune idee.

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