Cinquant’anni fa nasceva il Ciao, un’altra leggenda Piaggio
GM
Parliamo d’amore. D’amore, fughe d’amore e gesti d’amore. Solo così si può sintetizzare il Ciao, la leggenda della Piaggio che ha accompagnato generazioni e generazioni nel primo bacio, al primo appuntamento, nell’assenza ingiustificata a scuola, a fare la gita fuori porta, per andare a lavorare. E in questi giorni, quell’oggetto che a un adolescente perennemente connesso e super digitale potrebbe sembrare poco più di una bicicletta, compie 50 anni. Non che avesse aspirazioni diverse già nel 1967, data di nascita: voleva imporsi per la sua semplicità, per il suo peso contenuto, per una appena accennata necessità di essere manutenuto e per i consumi ridicoli. Insomma, quell’oggetto necessario a portarti da un punto A a un punto B e a farti sentire parte integrante del tessuto sociale.
Era un’Italia che cresceva, un Paese dove le famiglie facevano figli, i giovani provavano a ribellarsi, le aziende offrivano opportunità di lavoro e in televisione andava in onda la finale di Sanremo con un inedito e acerbo Lucio Dalla. Il Ciao costava 54.000 lire, nella sua versione base. Era abbordabile anche nel prezzo e sostituiva il sogno proibito di acquistare una moto.
Un colpo ai pedali, di metallo rivestiti di plastica nera, per avviarlo e partire alla conquista della libertà. Certo, non ci si viaggiava comodissimi perché la capacità di assorbire la condizione della strada era affidata alle molle sotto il sellino e non c’erano le sospensioni posteriori. Ma chi lo acquistava sapeva bene cosa comprava e non voleva nulla di più. Gradito anche dal pubblico femminile, il Ciao si adattava a ogni esigenza e grazie al motore nascosto sotto il telaio, in lamiera d’acciaio, poteva raggiungere i 40 km/h, proprio come una minicar di oggi. A meno che qualche audace smanettone non l’avesse modificato. La Piaggio ne ha costruiti oltre 3 milioni di pezzi ed è stato uno dei ciclomotori che in Italia ha fatto furore, anche in virtù dei vari upgrade usciti sul mercato nel tempo e delle campagne pubblicitarie innovative, ironiche, irriverenti che hanno portato il motorino a diventare un’icona di stile.
Talmente riconoscibile che, come la Vespa, si è guadagnato anche un Registro Ufficiale dedicato.
Si dia il via dunque ai festeggiamenti e visto che oggi a 50 si inizia a vivere, la Piaggio potrebbe certo pensare a un nuovo corso anche per quella che potrebbe sembrare una bella bicicletta …elettrica. Con gli stilemi e qualche tocco vintage di quel prodotto che la storia l’ha già scritta.
Intanto, sulla pagina Facebook del Museo Piaggio, che si trova a Pontedera e vale pur sempre una visita reale, inizieranno le celebrazioni ufficiali con una serie di post dedicati alle date salienti di questo primo mezzo secolo.
Ciao!
50 ANNI DOPO INVECE DEL “CIAO” L’ITALIA E’ “ALL’ADDIO”!