Assemblea Anfia: le passerelle di Conte sono finite 

“Dobbiamo…”.  Ancora una volta si dice che…”dobbiamo”, …”si deve…” e avanti così. E il premier Giuseppe Conte, nel suo intervento all’assemblea Anfia, ha di fatto replicato la stessa sinfonia di promesse e interesse verso il settore automotive. In pratica, ha ripetuto, cambiando solo qualche parola e spostando un po’ di virgole, lo stesso discorso fatto nella stessa assise giusto un anno fa.
 
L’unica variante emersa riguarda l’investitura ufficiale sul problema, che avevamo anticipato in un precedente commento, ricevuta dal presidente di Anfia, Paolo Scudieri. “Presidente Conte – l’invito rivolto al capo del Governo – avochi a sé la gestione di questo momento complesso per far vivere alle aziende una nuova vita. C’è bisogno di fare sistema tra imprese e istituzioni per guidare il futuro del Paese e del settore automotive”. 

Un vero appello quello che Scudieri ha rivolto a Conte. Ma anche una grana in più, perché ora il premier giallorosso ci deve mettere la faccia, visto che è alle prese con problemi di portata enorme: il maltempo e i crolli relativi, il futuro dell’ex Ilva, il destino di Alitalia. Per non parlare dei numerosi tavoli aperti per le tante crisi aziendali e della tenuta sempre più fragile della “maggioranza” che sorregge il Governo.
Il fatto che Anfia si sia rivolta direttamente a Conte, una sorta di ultima spiaggia, suona anche come una sonora bocciatura nei confronti del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, le cui intenzioni di impegnarsi attivamente sul tema automotive attraverso un Tavolo e gli annunciati Tavoli mirati, sembrano essere svanite nel nulla.

Dal discorso di Conte, dunque, nulla di nuovo, se non il riconoscimento che “ìl settore automotive è di rilievo strategico per il nostro sistema economico”, che “ogni occupato in questo settore genera 2 occupati nell’indotto” e che “come Governo dobbiamo affrontare questo passaggio sull’innovazione del settore in uno spirito di collaborazione pubblico-privato”. Frasi già sentite e strasentite. Ora la palla passa proprio al premier grazie all’abile mossa di Scudieri. Per Conte, almeno sul fronte dell’auto, le passerelle sono finite.

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