Altroconsumo “promuove” il diesel. E ricorda a Volkswagen…

È chiaro che dal Dieselgate a oggi – quindi le edizioni 2015, 2017 e quella attuale – il Salone di Francoforte si è via via depotenziato. Il Dieselgate scatenato quattro anni fa dal Gruppo Volkswagen ha dato il via alla guerra contro i motori a gasolio, fornendo un magnifico assist a chi, a livello istituzionale, non vedeva l’ora di punire in qualche maniera il settore. Limiti alle emissioni sempre più stringenti, pesanti sanzioni in agguato, la necessità per i costruttori di investire fiumi di miliardi nella mobilità elettrificata, tema portante della rassegna di quest’anno. In tanti hanno così deciso di disertare i padiglioni della grande Fiera tedesca, come già accaduto a Parigi nel 2018, a Detroit a inizio anno e in parte a Ginevra.

Meglio risparmiare, e poi ci sono occasioni più «popolari», nel senso di «in mezzo alla gente», per presentare le proprie novità. E il diesel? Il massacro continua, incurante delle rassicurazioni documentate che arrivano dall’industria. La sordità è imperante. A spezzare una lancia a favore del diesel, è ora Altroconsumo, associazione di consumatori spesso poco tenera con il mondo delle quattro ruote (Volkswagen Group, a proposito di Dieselgate, ne sa qualcosa). Ebbene, Altroconsumo ha diffuso una nota nella quale riconosce che «oggi il diesel inquina meno». In pratica, sono stati eseguiti test in collaborazione con altre associazioni di consumatori e Adac, l’Automobile club tedesco. «La situazione tra diesel e benzina si è quasi ribaltata – sottolinea Altroconsumo, che parla di benefico “effetto dieselgate” -: oggi un buon motore diesel inquina meno di un equivalente a benzina».

«Le vetture ibride – aggiunge la nota – sono risultate migliori solo se usate in città, mentre sui percorsi extra-urbani inquinano come un’auto a benzina, visto che l’apporto del motore elettrico diventa trascurabile». E leauto elettriche? «Se l’elettricità che le alimenta deriva da combustibili fossili, non ci sono vantaggi per l’ambiente». Ma non è una novità.

Altroconsumo conclude le sue osservazioni tornando al Dieselgate: «I clienti italiani (in 75mila hanno aderito alla class action) ingannati da Volkswagen, dopo 4 anni non hanno ancora ottenuto alcun risarcimento». A Francoforte il gruppo tedesco ha presentato il nuovo marchio cercando, in questo modo, di ricostruirsi una verginità. Sarebbe stato più efficace parlare di nuovo corso solo dopo la soluzione di tutti i numerosi contenziosi ancora in sospeso.

 

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