Al volante con il cornetto, e se ci attraversa un gatto nero…

di Gabriele Villa

Il punto è: ci crediamo o non ci crediamo? Su forza facciamo outing e diciamocelo, anche a bassa voce, ma diciamocelo, una volta per tutte: siamo o non siamo superstiziosi? E nel caso remotissimo, ma non troppo, in cui lo fossimo, siamo superstiziosi anche quando ci mettiamo al volante? Stupitevi, ma  le conclusioni a cui è giunto un sondaggio che Facile.it ha condotto su un campione di automobilisti italiani vanno controcorrente: la maggior parte degli italiani (56%) non si reputa affatto superstizioso, almeno non al volante.
Secondo quanto il sondaggio rivela, solo il 44% di chi guida ammette di ricorrere ad amuleti, portafortuna o scaramanzie varie anche se, nel caso ciò avvenga, la fantasia non manca. Al primo posto tra i motivi di scongiuro da parte degli automobilisti troviamo il “povero” gatto nero che è considerato nefasto dal 17% degli intervistati. In questo caso circa un automobilista ogni sei, se si vede attraversare la strada dal temuto felino si ferma e accosta, in attesa che passi qualcun altro o, anche, decide di invertire la marcia e scegliere un altro percorso.
In generale come antidoto alla sfortuna l’8,8% degli intervistati si affida a gesti scaramantici (le “corna” sono il più comune) e il 7,2% ha in auto cornetti, quadrifogli o ferri di cavallo o un gadget particolarmente caro con i colori della squadra del cuore.  Quasi un automobilista su 10 (8,8%) ricorre alla scaramanzia solo in caso di necessità e, se ritiene di trovarsi in una situazione sfortunata, comincia a esibirsi in gesti propiziatori, e tra tutti svetta quello, più italianissimo, delle corna. Curiosità nella curiosità quella degli automobilisti che, per arrivare in orario agli appuntamenti si devono muovere per tempo e sfogano la loro superstizione per scacciare gli imprevisti,  facendo sempre un giro completo attorno alla vettura prima di salire (3,6%), così come quelli che, se lo incontrano per strada, non si azzardano a superare un carro funebre vuoto. Tra le altre superstizioni messe in atto dagli automobilisti italiani, ecco un altro classico, il numero 17.  Pensate che alcuni degli intervistati ammettono che se, a fine percorso, il contachilometri segna un numero che finisce con 17 fanno qualche altro metro pur di arrivare al 18 mentre altri, ancora più radicali, se è venerdì 17 più semplicemente, per uscire dall’impasse, non guidano e lasciano la macchina a riposare in garage fino al giorno dopo. Già, e se questo post apparisse su Fuorigiri proprio venerdì 17 come la mettiamo?

 

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