Mercato: unici in Europa ad avere solo stime a fine mese

di Sandro Mantella, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di Unrae

Per noi il mese di maggio è risultato anomalo, derivando da situazioni storiche alle quali si è aggiunta la sospensione delle attività durante la fase acuta della pandemia di Covid-19. Tra le situazioni storiche, vengono in primo luogo i ritardi con i quali il ministero continua a comunicare i dati mensili delle immatricolazioni, dovuti al fatto che la digitalizzazione degli Uffici Territoriali della Motorizzazione non è ancora a regime dappertutto, e ci vogliono pertanto tempi lunghi prima che le rilevazioni di tutte le province possano essere consolidate.

L’Italia continua a essere l’unico Paese in Europa che dispone a fine mese di stime e non di dati definitivi. Per quanto riguarda il nostro comparto, c’è poi la difficoltà di leggere il mercato, perché l’individuazione di veicoli e allestimenti attraverso i documenti di immatricolazione è ancora in percentuale troppo alta, incompleta o non determinabile.
L’accumulo di pratiche di approvazione e immatricolazione, verificatosi con la chiusura degli uffici della Motorizzazione e delle aziende nei mesi di marzo e aprile, restituisce ora un’apparente ripresa del mercato, che in effetti è soltanto il dato conseguente al
perfezionamento della massa di pratiche pregresse rimaste inevase.

Siamo stati sul campo, in questi mesi, vicini tanto alle aziende clienti, che operano nell’autotrasporto e nella distribuzione, quanto a quelle che compongono le nostre reti di vendita e assistenza ai veicoli, e abbiamo potuto toccare con mano quanto siano gravi le conseguenze economiche delle misure sanitarie che si sono dovute intraprendere.

Le nostre reti hanno sofferto doppiamente: intanto per la caduta della domanda reale, non immediatamente sostenuta da indispensabili iniezioni di liquidità alle imprese, e poi per il blocco delle consegne, conseguenti all’impossibilità di espletare le pratiche relative.

Tutto ciò ha ridotto molte aziende nostre clienti nelle condizioni di non poter perfezionare in tempo utile gli acquisti e dover quindi anche rinunciare ai finanziamenti già richiesti. In tal senso, dobbiamo ancora sottolineare come esista in questa nostra Italia uno scollamento – questo sì endemico – tra la politica e il Paese reale. Quand’anche la politica si renda conto dei bisogni effettivi dell’Italia che lavora e produce, i progetti che vengono elaborati evaporano prima di sortire risultati efficaci.
Esempio ne sia la deliberazione di fondi da destinare con urgenza alla ripresa dei soggetti produttivi, che quei soggetti ancora non hanno visto. Ancora una volta, si conferma come la nostra Pubblica amministrazione sia afflitta da eccessi di burocrazia, dovuti a una pletora di norme e relative molteplici interpretazioni ormai quasi impossibili da gestire, malgrado la buona volontà di risorse sempre più scarse.

 

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