Quando il futuro incontra il passato

Con il lancio della linea Collezione, Pirelli riporta in vita le coperture più celebri del passato, con materiali e tecnologie di oggi. Un’operazione resa possibile dalla sinergia tra Fondazione Pirelli e i moderni centri di progettazione dedicata agli appassionati di auto storiche. A cominciare dalla Ferrari 250 GTO

 

di Valerio Boni

Innovazione e tradizione sono concetti considerati in contrasto tra loro e senza punti di contatto, mentre in realtà possono tranquillamente convivere e portare a risultati d’eccellenza. Quel che conta è poter disporre di storia e tradizione dalle quali attingere per rendere più concreta l’evoluzione. Lo dimostrano i grandi marchi, soprattutto italiani, che affondano le radici nel passato, e per questo hanno una marcia in più rispetto alle realtà senza un passato. Nel mondo dei trasporti uno tra gli esempi più rappresentativi è rappresentato da Pirelli, fornitore ufficiale di pneumatici per le competizioni di Formula 1, ma anche azienda che ha saputo mettere a punto nuove tecnologie per la progettazione e la realizzazione di nuovi pneumatici, compreso un particolare progetto robotizzato denominato MIRS, nato nel 2000 e ancora oggi all’avanguardia.

Repliche perfette proiettate nel domani

Oltre all’impegno nello sviluppo di pneumatici destinati a rendere sempre più sicure, ma anche ecocompatibili, le auto di ultima generazione, Pirelli ha recentemente avviato la produzione della linea Collezione (www.pirelli.com/tyres/it-it/auto/collezione), il cui obiettivo è quello di offrire agli appassionati di auto d’epoca una serie di coperture che rappresentano la sintesi tra tradizione e innovazione: del tutto simili a quelle del passato, ma con le tecnologie di oggi. Non si tratta di una semplice operazione nostalgia, ma del risultato della sinergia tra gli studiosi di Fondazione Pirelli e gli ingegneri che oggi progettano i prodotti più all’avanguardia.

La Fondazione è una vera miniera

Nell’archivio di Fondazione Pirelli è custodita la storia dell’automobilismo, con migliaia di schede e progetti originali che hanno permesso di realizzare pneumatici del tutto uguali a quelli prodotti prevalentemente tra il 1950 e il 1980 (ci sono anche linee di prodotto anche più anziane o più recenti), quindi perfetti per equipaggiare auto di quegli anni, ma con qualità di materiali e sicurezza di strutture che solo le moderne tecnologie sono in grado offrire. Non si tratta quindi della semplice e maniacale riproduzione di un disegno di battistrada e delle marcature di quegli anni, ma di un processo molto più complesso e articolato poiché si è trattato di riprogettare gomme celebri.

Riprogettate con i parametri originali

Gli attuali sistemi di calcolo non sarebbero stati compatibili con le geometrie del passato, quindi gli ingegneri di Pirelli hanno utilizzato i medesimi parametri impiegati all’epoca per assecondare sospensioni e assetto originali dell’auto. Per farlo, è stato necessario in alcuni casi abbandonare le tecnologie radiali, per tornare alle strutture a tele incrociate, e garantire così l’originalità anche dinamica dei veicoli. Una scelta che ha generato una serie di ostacoli per la fabbrica turca di Izmit (dove nascono i moderni pneumatici motorsport e le repliche della serie Collezione) che ha dovuto tornare a prendere confidenza con le tecniche costruttive di un tempo.

Su misura per la 250 GTO

La linea Pirelli Collezione comprende una serie di pneumatici entrati nella leggenda, e al vertice della nuova gamma si pone di diritto lo Stelvio Corsa riprogettato espressamente per la Ferrari 250 GTO, esteticamente identico a quello che equipaggiava la celebre berlinetta negli anni Sessanta. Lo storico nome Stelvio Corsa è rinato, in accordo con Ferrari, esclusivamente per la gomma dedicata all’auto dei record: un esemplare della GTO è stato battuto all’asta a oltre 38 milioni di dollari nel 2014.

Torna il primo Cinturato da 240 km/h

Sono molti i gioielli che beneficeranno della nuova linea Collezione, l’elenco comprende anche l’equipaggiamento per la Lamborghini Miura, considerata una tra le vetture più belle della storia, e una tra le prime ad adottare nel 1967 il Cinturato “High Speed” per raggiungere la velocità di 240 km/h, in quegli anni al limite della fantascienza per un veicolo stradale. Oggi è disponibile nella gamma Pirelli Collezione, in quanto risultato finale di un lungo processo di studio partito dalle prime misure Cinturato CN72, destinato a vetture a vocazione sportiva, poi evolutosi nel CN73 – il primo “ribassato” a sezione allargata – per arrivare alle misure posteriori Serie 60 del CN12 introdotte nel 1971 per equipaggiare la Miura P400.

Nella lista anche coperture anni ‘80

I nomi sono quelli celebri negli anni Cinquanta, primi tra tutti Stella Bianca e Stelvio, ai quali si affiancano quelli della veloce evoluzione avviata nel decennio seguente, come i Cinturato CA67, CN72, CN36 e CN12, vere pietre miliari che tornano combinando la tradizione con l’innovazione. Ma non bisogna dimenticare che alla storia appartengono anche linee che appaiono più recenti, come i super-ribassati P7 e P5, sviluppati su richiesta di Jaguar, e addirittura l’iconico P Zero Rosso di inizio anni Duemila, specifico per Porsche.

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