Nissan ha chiesto a 300 studenti del Politecnico di Milano di analizzare il futuro dell’auto e della mobilità. Le risposte, al termine di una lezione sulla Nissan Intelligent Mobility, vedono preferire l’auto elettrica, con guida autonoma e iper connessa, anche in grado di scambiare energia in modo bidirezionale con la rete o la casa. In pratica l’identikit delle attuali e delle future LEAF 100% elettriche.
di Valerio Boni
Come vedono il futuro dell’auto gli ingegneri di domani? Elettrica, a guida autonoma e connessa. Questo è in estrema sintesi il risultato di un sondaggio che ha coinvolto 300 studenti dei Corsi di Studio di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale del Politecnico di Milano, l’università che il QS (World University Rankings by Subject) pone al primo posto tra gli atenei italiani e nella top 20 a livello mondiale. Una posizione di vertice che deriva dal confronto tra 1.130 università di 150 Paesi, classificate per capacità di ricerca, reputazione dei docenti e valutazione dei laureati.
Percentuali sorprendenti
L’indagine, commissionata da Nissan nel corso di una lezione sulla Nissan Intelligent Mobility, la visione strategica che mira a modificare il modo in cui i veicoli sono guidati, alimentati e integrati nella società, ha fornito dati sorprendenti, soprattutto per quanto riguarda le percentuali delle preferenze. Valori sorprendenti ma realistici, se si considera che il campione era diviso in misura equa tra utilizzatori di auto di proprietà (o con contratto di noleggio a lungo termine) e chi per muoversi utilizza il trasporto pubblico. Con il rimanente 9 per cento ripartito tra fruitori di due ruote, car sharing e taxi.
I futuri ingegneri hanno le idee chiare
Tra i tanti particolari che caratterizzano lo studio, uno tra i più significativi si trova nel tempo di utilizzo dell’auto, in decisa controtendenza rispetto al passato: il 94 per cento degli studenti guida un veicolo a quattro ruote soltanto nel weekend, e solo il 2 per cento fino a due ore al giorno. Una prospettiva che ribalta decisamente la visione del futuro, in particolare per quanto riguarda l’alimentazione preferita. Se oggi gasolio e benzina si spartiscono il mercato (tra gli studenti sono relegati al 9 e all’11 per cento), vince nettamente l’alimentazione elettrica con il 36 per cento, seguita da ibrido, idrogeno e gas, rispettivamente con 29, 10 e 5 per cento
L’ambiente vince sulle prestazioni
L’attenzione all’ambiente è in testa alle motivazioni di questa scelta, come conferma il 52 per cento dei futuri ingegneri che dichiara di essere attratto dal tema della sostenibilità ambientale e della qualità dell’aria, ma anche il 61 per cento che pone al vertice tra le motivazioni di acquisto di un veicolo economicità, costi di gestione e consumi, con il 61 per cento. Mentre la velocità e la sportività, come del resto le nuove tecnologie per la sicurezza seguono appaiate e lontane, al 12 per cento. Si tratta di convinzioni ben radicate, se si considera che più di sei studenti su dieci prevedono nei prossimi 5 anni di utilizzare un’auto di proprietà. Sempre con la consapevolezza che restano da risolvere gli ostacoli tipici di un’auto elettrica, ma con il prezzo che non è più considerato un limite, visto che solo il 20 per cento lo indica come vincolante. Restano invece da risolvere i problemi causati dalla carenza di infrastrutture (48 per cento) e autonomia (con il 24); il rimanente 8 per cento indica invece i tempi di ricarica.
Guida autonoma contro lo stress
L’alimentazione è però solo uno degli aspetti presi in considerazione dallo studio di Nissan, che analizza anche tecnologie in rapida e continua evoluzione, come guida autonoma e connettività dell’auto. L’auto che si muove da sola ha un grande fascino su chi studia ingegneria per la capacità di questa tecnologia di annientare lo stress da traffico. È il 63 per cento del campione a considerarla una priorità, contro il 25 per cento che non si scosta più di tanto visto che indica come positiva l’opportunità di dedicare più tempo al relax, dedicandosi alla lettura, navigare in rete o guardare un film. I tempi sono quasi maturi, ma servono protocolli di integrazione e infrastrutture secondo il 76 per cento del campione, oltre a regolamentazioni e normative per il 20 per cento degli intervistati.
Voglia di iper connessione
L’ultimo elemento analizzato è quello legato all’iper connessione e a questo proposito le idee degli studenti sono molto chiare e concrete. Il 57 per cento vede in questa tecnologia avvincente la risposta alle difficoltà di gestione dei parcheggi e alla scelta di percorsi su misura in funzione del traffico. Mentre il rimanente 43 per cento è diviso tra l’interesse di poter scambiare l’energia in modo bidirezionale con la rete, oppure con la propria abitazione, soluzioni che non sono fantascienza ma sono già rese disponibili da Nissan attraverso la gamma di veicoli elettrici con le tecnologie Vehicle-to-Grid o Vehicle-to-Home. I risultati della ricerca sui futuri ingegneri ribadisce quindi che Nissan ha da tempo intrapreso la strada giusta per la mobilità del prossimo futuro. Le conferme arrivano anche dai mercati, dove la Casa giapponese ha già venduto oltre 320.000 LEAF 100% elettriche dal 2010, con un costante impegno nello sviluppo di auto più sostenibili, sicure e integrate con l’ambiente circostante.
Questi sondaggi alimentano erroneamente l’ego di ragazzi ancora non pronti. Fanno passare l’idea che la competenza sia un optional. Non vorrei poi che la statistica sui mezzi utilizzati riguardi principalmente fuori sede. La vita vera e’ altra. Io personalmente ho parlato con un laureato in ingegneria che che immaginava un cellulare che si ricarichi con i raggi cosmici. Hanno e avete idea di cosa occorra per produrre Idrogeno e portarselo appresso?
Non sono un giovincello, ingegnere, ed ho 3 auto elettriche e sono soddisfatto, i giovani per me hanno ragione, a lei direi di provare…..
Cordiali saluti.
Niente da dire sulle auto elettriche dal punto di vista ingegneristico. Molto da dire su autonomia, tempi di ricarica, costi di ricarica e complessità della stessa, inquinamento legato alle centrali di produzione dell’energia elettrica che lo spostano dalle città alle campagne, pericolosità delle alte tensioni sotto il cofano. Concepisco l’auto elettrica solo in ambiente urbano o periurbano. Non parliamo delle auto ad idrogeno che deve essere mantenuto liquido alla temperatura di -252,882 °C alla quale inizia a bollire. Per ora le considero delle magnifiche esercitazioni ingegneristiche.
Mah, personalmente ritengo ancora che il Millennium-Falcon sia preferibile pure all’auto elettrica iperconnessa e a guida autonoma.
A quei 300 che hanno risposto dovrebbero togliere la possibilità di far danni e spedirli direttamente dove potrebbero fare meglio, si spera: a raccogliere pomodori. Se questi sono quelli che devono trovare le soluzioni per domani… oddio in che mani siamo.
Da come rispondono alcuni direi che non hanno provato…..
Vi invito almeno a parlare con un utilizzatore.
A questi ingegneri, se lo fossero davvero, bisognerebbe spiegare che, un tanto al chilo, 60 km in auto si fanno con 3 litri di benzina ovvero con 10 kWh di energia. Per ricaricare 10 kWh ci vogliono 1 ora con 10 kW di portenza o 3 ore con con 3 kW di potenza come abbiamo in casa. Quindi l’auto elettrica avrà un futuro se ogni 60 km siamo disposti ad aspettare 3 ore per la ricarica o via dicendo, mantenendo queste proporzioni. Se tutti avessimo l’auto elettrica dovremmo poi costruire centrali elettriche per una volta e mezza quelle che abbiamo, sempre che i vincoli ecologici ed economici ce lo consentano. E non parliamo del solare, perchè potrebbe coprire solo un qualche percento della potenza necessaria. Rimandiamo questi ingengeri a studiare e che ci vadano a piedi così almeno avranno occasione di riflettere.
Mi permetta un paragone, quando carica il cellulare aspetta inpiedi che sia carico e usa solo il vecchio telefono con il filo?
La macchina si carica quando non si usa….come il cellulare.
Mai sentito parlare di Chademo 40kw ora o supercharger 120 kw ora…… ma quando serve.
Solare faccio camminare 2 auto elettriche.
Vorrei sapere chi paghera’ le accise sui carburanti.
Se all’automobile gli levi il Rombo dei Pistoni gli levi il Cuore !
L’elettrico e’ la fine dell’automobile.
La toyota cerca di far diventare stupidi le persone. Senza un confronto adeguato,n on si puo’ capire che l’auto elettrica è molto in là da venire, quando potremo produrre reattori a fusione miniaturizzati. Allora si che avremo l’auto elettrica che senza ricarica con un litro di acqua potrà fare anche un milione di chilometri
Ai ragazzi è stato fatto il lavaggio del cervello. L’auto elettrica sarà un sogno sino a quando i tempi di ricarica non saranno paragonabili a quelli del classico “pieno” di combustibile. Non è immaginabile attendere 30 o 40 minuti per una ricarica parziale.
Quanto al resto, guida autonoma e iperconnessa, siamo alla follia totale. Chi ha un minimo di cervello funzionante, non bacato dalle idiozie di fesbuc o guggle, se ne rende conto.
– Due motori elettrici attaccati direttamente alle ruote anteriori.
– Una batteria con un’autonomia di una decina di Km.
– Un piccolo motore a turbina come generatore di elettricita’ (che puo’ utilizzare gas, benzina, gasolio, cherosene, alcool, …), che alimenta direttamente i motori e ricarica la batteria.
Facendo cosi’ si elimina quasi tutta la parte meccanica, si migliora l’efficienza, l’affidabilita’ (i motori elettrici sono praticamente eterni), si riducono i costi, …
CLAUDIO MERLO: RAGIONE AL 100%! CON MACCHINE E AUTOCARRI ELETTRICI DA AUTOTRASPORTATORE HO AVUTO SOLO ESPERIENZE NEGATIVE. E NON E’ VERO CHE I MOTORI ELETTRICI SONO ETERNI: DEVONO ESSERE CONTROLLATI PERIODICAMENTE COME GLI ALTRI MOTORI.
Boh: sono sondaggi che si fanno da tanto tempo. Intanto io son quarant’anni che aspetto la “macchina di domani”: nel frattempo però vedo “le strade di oggi” piene di carrettoni puzzolenti da una parte, e trattori da corsa sempre più grandi dall’altra (per chi non lo sappia, i trattori da corsa sono i suv, macchine enormi per famiglie striminzite, probabile retaggio psicologico del non lontano passato contadino).
Il tallone d’achille della auto elettrica è la batteria: costosa, pesante, inquinante, ecc. Invece la soluzione proposta da NanoFlowCell è molto interessante e cioè un motore elettrico alimentato da una batteria di flusso in cui avviene una reazione elettrochimica tra due fluidi presenti in due distinti serbatoi a bordo.
Madre natura non regala nulla! Qualche dato auto elettrica:
a) estrazione minerali, trasporto e siderurgia, costruzione auto, legno, plastiche, gomma, vetri, stoffe, acidi e materiali pregiati, lubrificanti, consumo di Tonn.
acqua, energia ele per trasporti e lavorazioni varie, vernici, eccc.
b) uso dell’auto: rapporto potenza espressa/carico trasportato in negativo, energia ele fornita da centrali convenzionali, polveri sottili da consumo gomme e
freni, rendimento totale auto (CX, attrito gomme su strada, peso auto, filiera meccanica) di circa 0,30
c) demolizione auto: una elaborata lavorazione attenta a fattori inquinanti, consumo ele,energia , attenta lavorazione a seguire.
L´automobile elettrica ha probabilità pratiche solo con la cella di ossido-riduzione (Fuel-cell o Brennstoffzelle) se questa produca corrente a densità e tensione opportune. La ricarica avverrebbe ad es. con Metanolo da distributori oggi di benzina/gasolio. Mentre il Metanolo e´ottenibile sinteticamente in diverse maniere, gli accumulatori sono costosi, pesanti, non facilmente riciclabili, cagionevoli, lentamente ricaricabili, e richiedenti elementi chimici particolari (Es.Li, Ni, Cd, ..). Ogni altro metodo es. “Ibrido” non e´sostenibile dal punto di vista efficienza, oltre ad emissioni. Attualmente la ricerca chimica necessaria e´agli albori: Le celle ossido-riduzione sono applicate talora su satelliti. Il motore a gas può essere un´alternativa ma sicuramente non ha futuro se alimentato con H2 (Pericoloso). L´auto elettrica e´ e sará cosí, forse tra 10-20 anni, un risultato della Chimica e sicuramente non della meccanica.
L´accumulatore come idea, e´sempre lo stesso da almeno 100 anni, senza alternative di rilievo.
ma come viene prodotta tutta l’energia che servirà dato che vogliono togliere le centrali a carabone – Gasolio -Olio e tutte le fonti fossili
Se il sondaggio e` vero e non “addomesticato”, allora ci dobbiamo veramente preoccupare per la preparazione di questi “neoingegneri”! Al giorno d’oggi l’auto elettrica e` un giocattolo per ricchi con batterie in leasing tanto costose e tanto poco durevoli, impensabili, come qualcun altro ha gia` fatto notare, da ricaricare al “contatore di casa”. Per inquadrare correttamente la partenza del problema, e` indispensabile tenere a mente che la miscela “aria benzina” E` UN ESPLOSIVO!, e non a caso si tratta di un “motore a SCOPPIO”. L’esplosivo, per sua natura, immagazzina un’altissima densita` di energia, quindi, per fare un paragone un po’ stupido, una batteria d’auto dovrebbe immagazzinare energie equivalenti a quelle di quantita` importanti di esplosivo… Il fatto poi dell’ “auto che si autoguida” mi lascia moltissimo perplesso, allora tanto vale organizzare tram o treni automatici, che “scelgono” le strade che gli sono state programmate. E per favore, non parlatemi di “autoapprendimento”… Di questo passo ci troviamo SUL SERIO “SKYNET” SUL COLLO!
La ruota che gira puo’ produrre sufficiente energia per farti tornare a casa se si aggiungono piezoelettrico o magnetismo che utilizza il peso della ruota a terra. Vogliamo scommettere che ce la facciamo?
Tutto puo’ essere migliorato . . . . . . Non ci si fascia la testa prima di essersela . . . . . . Il concetto e pensiero non che’ visualizzazione e’ il fondo dell ‘ immaginazione dello stesso che prova i propri limiti . . . . . di baccato potrebbe essere solo la filiera perche’ di profitto e porta ad un aumento dei costi e relativi gap di progettazione e forse produttivi insomma una cosa poco pulita . . . . . vedi F – 35 usaf bell ‘ idea ma corrotta ;ora e’ solo un ‘ idea in sviluppo . . . . come si dice il termine in inglese ???? .
I costi della concurrency . . . . uhm .. uhm sorry …..
Celle a combustibile, vera alternativa ad ogni altro metodo, e determinante per l´auto elettrica, non e´, al momento, industrialmente “matura” per la produzione in serie. Mercedes ha studiato prototipi a combustibile (H2, di fatto inutilizzabile in automobile) e HDW ha sviluppato un sistema di propulsione per sommergibili giá negli anni ´80 (Per la Difesa non esistono limiti: U-Boot classe 212 A. 4 somm. italiani, 4 norvegesi ed 8 tedeschi) con combustibile metano (CH4 gas) o metanolo (CH3OH liquido con caratteristiche simili a benzina). Al momento si tratta di sviluppare sistemi con potenza necessaria e peso ridotto impiegabili su automobile. Ma chi ha possibilità di finanziare tali sviluppi? L´industria auto in Italia e´emigrata in FCA (US-GB-NL), sono rimasti i tedeschi ed i giapponesi, prossimamente con i cinesi, e gli studenti italiani pronti e costretti ad emigrare per lavorare sotto padrone.
Ma dove sono i commenti intelligenti. Sono tutti idioti, progettisti, produttori e studenti? L’energia elettrica, se prodotta da fossili, dove la produci? E quindi dove inquini? Sposti di mille km la produzione di corrente, e inquini in pochi posti maledetti (in montagna, nel deserto, nel mare, dove vuoi). Ma comunque inquini il pianeta. Inoltre avrai il costo di trasporto energia elettrica ( centrale-posto di ricarica locale) con tutte le perdite di potenza tipiche degli impianti di trasporto energia elettrica. Quindi un Kw prodotto da un comune motore endotermico equivale nei costi ad un Kw prodotto in centrale e trasportato a mille km? A me pare di no. E le accise sulla benzina che alimentano lo Stato, se crolla il consumo di benzina, lo Stato le applica sulla corrente elettrica, e quindi pagheremo anche la corrente per il frigorifero di più. Tutte queste considerazioni non le ho mai sentite dai produttori o dai docenti di ingegneria ed è preoccupante.
non vorrei che avessimo lo stesso entusiasmo di quando sono apparse nei super mercati le buste di nailon i danni i abbiamo visti 20 anni dopo.bella l’auto elettrica gli accumulatori come vengono smaltiti?
Come unica soluzione vedo distributori che mantengono carichi un centinaio di battery pack di formato standard, adatti ad ogni tipo di vettura, e rapidamente sostituibili senza pericoli nei tempi di un normale rifornimento.