Cosa si rischia con un ricambio contraffatto
di Stefano Belfiore (www.inforicambi.it)
Costa 150 milioni di euro l’anno. Per non parlare poi dei 1.500 posti di lavoro che si sarebbero avuti in più nei canali di produzione ufficiali e dei 51 milioni di imposte indirette non versate, considerando anche l’indotto. Senza dimenticare il grave colpo inflitto agli operatori dell’aftermarket che lavorano rispettando le leggi. Sono i danni generati dalla contraffazione dei ricambi in Italia. Un fenomeno, stando ai numeri, di vaste proporzioni contro cui, però, è in atto da tempo un’azione di contrasto multilaterale. Fanno ‘fronte comune’ in questa battaglia sia la rete autorizzata che quella indipendente del post-vendita nazionale. Ma c’è l’impegno fattivo e parallelodi associazioni di categorie, forze dell’ordine. E non ultimo dei Costruttori.
Nissan e Mopar contro il plagio dei ricambi
Gli ultimi esempi vedono in prima linea Nissan e Mopar. La Casa giapponese con MarkMonitor (azienda specializzata nella protezione del marchio aziendale) ha suggellato da 4 anni una partnership per contrastare la piaga del tarocco. Allenza che ha già prodotto risultati di rilievo: Nissan ha tolto dal mercato più di 31.700 prodotti falsificati e ha intrapreso azioni contro 125.000 annunci presenti sui marketplace internazionali: il tutto per un valore di 283 milioni di dollari. L’obiettivo è sensibilizzare rivenditori e consumatori sui potenziali e gravi rischi che possono generarsi nel montare su un’auto un ricambio falso. Quindi non sicuro. Poi c’è Mopar. Da qualche giorno il brand per i servizi, il customer rare, i ricambi originali e gli accessori per i marchi di Fca, ha dato il via auna campagna di comunicazione verso i clienti e gli operatori del settore. C’è anche una casella di posta elettronica (alertricambi@fcagroup.com) a cui si possono inviare eventuali segnalazioni relative a casi di ricambi contraffatti.
AsConAuto
Altro attore importante è AsConAuto. L’Associazione Nazionale Consorzi Concessionari Auto, presieduta da Fabrizio Guidi, ha tra le sue linee guida, che muovono l’operato dell’Ente no-profit,anche un’azione capillare ed incisiva tesa allo sviluppo e alla promozione del ricambio originale. In che modo? Mettendo in campo azioni tese a informare correttamente e sensibilizzare compratori nonchè utenti finali.
Anfia
C’è anche Anfia. L’Associazione di Confindustria combatte il fenomeno con diverse iniziative e forme strategiche di partenariato. Tra queste le collaborazioni, con il mondo ministero dello Sviluppo Economico e la Guardia di Finanza funzionali a combattere il fenomeno della falsificazione. Con le Fiamme Gialle èin atto una formazione utile a fornire ai militari le giuste competenze in materia quando vengono effettuati controlli specifici.
I pericoli del “tarocco”
E’ Mopar a elencarli nella sua campagna di comunicazione. Innanzitutto: salute e sicurezza di chi è bordo o si trova sulla traiettoria del veicolo. E l’integrità del veicolo stesso come non considerarla? Perché la bassa qualità di un ricambio può danneggiare altre componenti della vettura. Si rischia anche il mancato ottenimento certificato revisione: se il ricambio non è conforme alle caratteristiche dettate dal costruttore è possibile che l’automobile non ottenga la certificazione specifica. Ultimo ma, di certo, non meno importante ė l’impatto negativo sull’ambiente: i materiali adoperati per la costruzione dei pezzi di ricambio contraffatti non solo non rispettano le normative in materia di sicurezza, ma neppure quelle in materia di tutela ambientale.
Buon giorno ,
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il codice lab-go e un QR code atipico , cioè e un QR code colorato che permette un riscontro doppio sia di codice univoco che di colori .ogni codice cambia sia la forma che i colori rendendo la contraffazione assai difficile .
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grazie e buon lavoro