Bugatti Divo e i quaranta paperoni

Bugatti Divo e i quaranta paperoni

di Piero Evangelisti

Protagonista della nuova fiaba del lusso estremo in campo automobilistico è una supercar, anzi una hypercar, che travalica qualsiasi più fervida immaginazione sui limiti che una “quattro ruote” può raggiungere. Il nome, Divo, scelto per l’ultima creazione dell’atelier Bugatti, non è legato, come si potrebbe pensare, all’indole del modello o a schiere di scatenati fan, ma è una citazione del glorioso passato sportivo della Casa di Molsheim.

Albert Divo era infatti un pilota francese che negli Anni ’20 vinse due edizioni della Targa Florio – a quei tempi una delle competizioni più prestigiose e impegnative a livello mondiale – al volante delle Bugatti. Un gioiello come la Divo non poteva debuttare in un normale Salone internazionale dell’automobile rischiando di essere mescolata alle novità che ad ogni rassegna vengono proposte, ci voleva qualcosa di esclusivo ed elitario come la Monterey Week che si svolge ogni anno a fine agosto.

È stata quindi Pebble Beach, per sette giorni capitale mondiale delle luxury car, a tenere a battesimo la Divo che verrà prodotta in soli quaranta esemplari che, come ha annunciato l’amministratore delegato di Bugatti, Stephan Winkelmann, un manager che avendo guidato per molti anni la Lamborghini di “consegne speciali” se ne intende, sono già stati tutti venduti al prezzo di 5 milioni di euro, tasse escluse.

Estrema non soltanto nel prezzo

Divo costa quasi il doppio del modello dal quale è stata derivata, la Chiron,  supercar di serie (!) oltre la quale si pensava che non si potesse andare. Il design della nuova Bugatti è comunque assolutamente originale, tormentato in ogni più piccolo dettaglio, dentro e fuori, e a Molsheim hanno usato materiali ad altissima tecnologia e processi avanzati come la stampa in 3D per rendere la nuova hypercar veramente unica e anche per giustificare il suo prezzo, un’operazione comunque non facile che non interessa, del resto, i 40 clienti (tra questi anche possessori di Chiron, chissà se alla Bugatti accettano le permute) che hanno staccato il cospicuo assegno per possederla.

Divo monta il propulsore W16, otto litri di cilindrata, che con l’ausilio di quattro turbo sviluppa l’incredibile potenza di 1.500 cv. La velocità massima raggiungibile al volante di questo bolide è stata volutamente limitata a 380 km/h ed è sicuramente stata raggiunta sull’anello di Nardò, il famoso circuito pugliese oggi di proprietà di Porsche e usato dai tanti brand del Gruppo Volkswagen, dove la Divo ha girato in sette secondi in meno rispetto alla Chiron.

L’omologazione dell’hypercar Bugatti per uso stradale è in corso e mancano ancora alcuni dati come, per esempio, i consumi e le relative emissioni, quelli che stanno a cuore degli automobilisti “umani” ma che non interessano certo i futuri proprietari di Divo.

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