Velar è l’ultimo prodotto progettato secondo la strategia che svincola il design dalle esigenze ingegneristiche. Il presidente Maver: “Così la semplificazione libera dalla complessità a vantaggio della qualità”. I nuovi dispositivi che rendono il Suv insuperabile nel fuoristrada, nel segno del comfort. Tutti i pregi dei motori diesel e benzina della serie Ingenium
di Valerio Boni
Stile e minimalismo sono da sempre elementi chiave della produzione Land Rover, come dimostrano due icone come la Range Rover, prima Suv di lusso della storia nata nel 1970 e la Land del 1948, che per 68 anni ha coniugato alla perfezione essenzialità ed efficacia nella guida offroad. Dalla Range alla Discovery, senza dimenticare la Freelander di accesso alla gamma, ogni modello ha sempre avuto una personalità marcata, ma negli ultimi dieci anni la ricerca del design esclusivo, ma mai fine a se stesso, è diventata una vera e propria strategia del marchio inglese.
La svolta firmata McGovern
«Diciamo che da qualche tempo, vale a dire dal lancio della Evoque – precisa Daniele Maver, presidente e ad di Jaguar Land Rover Italia – abbiamo accentuato la focalizzazione sul design dallo stile inconfondibile, unico, senza per questo rinunciare alla leadership in termini tecnici e tecnologici nell’area offroad. In un mercato nel quale molte auto si assomigliano tra di loro, anche all’interno dello stesso marchio, noi abbiamo scelto di svincolare i limiti legati alla tecnologia e alla sicurezza dalla ricerca del design. Gerry McGovern, il nostro direttore dello stile, sostiene orgogliosamente che nel disegnare una Land Rover non deve sottostare ai vincoli tecnologici e di sicurezza che condizionano il design di altri costruttori. A Gaydon si lavora sulle forme, e quando queste sono definite si trovano le soluzioni per portare il concetto sulla linea di montaggio, senza porsi limiti a priori».
Un mix vincente
Appare evidente che oggi non sarebbe possibile realizzare un’auto come la Jaguar XK120 del 1948, con i fari sporgenti e i grandi parafanghi avvolgenti, perché le norme sulla sicurezza non lo consentono, ma nel 2011 la Casa inglese è riuscita nell’impresa di passare dalla concept-car LRX alla Evoque di serie, senza drastici cambiamenti nelle forme, ed è subito diventata una delle auto più desiderate. Tuttavia il design, anche quello minimalista proposto dall’ultima nata, la Velar, non basta, deve convivere con una tecnologia che deve essere di riferimento. Non solo per quanto riguarda i sistemi elettronici sempre all’avanguardia, come in passato hanno dimostrato dispositivi con l’Hdc (il regolatore di velocità nelle discese offroad) e il Terrain Response (che permette di adattare motore e assetto al tipo di fondo che si deve affrontare).
“Less is more”
«Velar è il passaggio più recente della filosofia del “less is more “ – sottolinea Daniele Maver – è in linea con i trend attuali del design minimalista, della semplificazione che libera dalla complessità a vantaggio della qualità. I fari a matrice laser led, per esempio, con le luci diurne dalle linee inconfondibili conferiscono una forte connotazione di stile, ma sono anche un dettaglio decisamente hi-tech, quindi diventa difficile stabilire da che cosa sia stata dettata questa scelta. Oppure le maniglie a filo della Velar che si aprono solo quando serve (quando le portiere sono bloccate, o sopra gli 8 km/h, si ritraggono a filo della carrozzeria), sono un elemento di areodinamica o di praticità e design? Ci sono poi i materiali, ai quali riserviamo sempre un’attenzione particolare. Su questo modello, in particolare, abbiamo introdotto per la prima volta il tessuto “premium”, che rivoluziona il concetto di filato da considerare come un materiale riservato alle versioni di accesso alla gamma. In un’epoca nella quale c’è chi contesta l’uso della pelle naturale per i rivestimenti come scelta non ecologica, noi abbiamo deciso di introdurre tessuti di nuova concezione realizzati da un’industria danese, che non sono più economici del cuoio e infatti sono proposti allo stesso prezzo».
Regina dell’offroad
E per quanto riguarda le capacità di muoversi su percorsi impervi?
«Velar si presenta con l’evoluzione del Terrain Response, con una funzione automatica, che permette di adattare autonomamente le impostazioni, senza intervenire direttamente sul comando. Ma c’è anche una novità assoluta, un dispositivo sorprendente e divertente quanto utile. Si chiama All Terrain Progress Control (ATPC) ed è un evoluto cruise control per la guida in fuoristrada: quando ci si trova davanti a una salita impegnativa, con buche e pietre, è sufficiente inserirlo per potersi concentrare esclusivamente sul controllo del volante, perché la Velar farà tutto il resto mantenendo la velocità impostata. Non subito però, perché la vettura si prende qualche secondo per analizzare il terreno, poi inizierà la scalata».
La famiglia cresce
Quarto modello della gamma Range Rover e destinata a posizionarsi tra Evoque e Sport, la Velar riprende il nome che alla fine degli anni Sessanta distingueva i primi prototipi di quella che sarebbe diventata la prima 4×4 di lusso della storia.
La Velar ha una linea esplicita e vigorosa, con grandi ruote, che possono arrivare a 22 pollici di diametro e dettagli estetici che sono un chiaro richiamo allo stile di famiglia, dal tetto sospeso al cofano a conchiglia. Tuttavia il design base è ampiamente personalizzabile, scegliendo i modelli R-Dynamic dotati di un paraurti anteriore più alto, con prese d’aria maggiorate, oppure con i pacchetti Black e Luxury.
All’interno l’abitacolo integra numerose tecnologie che richiamano il design degli esterni, teso e ordinato. A cominciare dai sedili anteriori, che combinano design, supporto ottimale e comfort, offrendo fino a 20 possibili regolazioni, oltre alle funzioni di riscaldamento, rinfrescamento e massaggio.
Per quanto riguarda invece i motori, si può scegliere tra sei differenti proposte, tutte a norma Euro 6 e abbinate alla trazione integrale e alla trasmissione automatica a otto rapporti, con l’obiettivo di offrire un’esperienza di guida da Range Rover Doc. Per chi preferisce i motori alimentati a gasolio si parte dai due Diesel Ingenium, da 2 litri che condividono l’alta efficienza e la riduzione degli attriti, oltre a caratteristiche come il raffreddamento sdoppiato e il controllo elettronico della pompa del refrigerante, per favorire un riscaldamento più rapido e minori consumi. Si parte dalla versione più efficiente, denominata D180, con common-rail a 1.800 bar e singolo turbo a geometria variabile, che assicura una potenza di 180 cv e una coppia massima di 430 Nm disponibile fin dai 1.500 giri, ma anche un consumi di 5,4 litri/100 km. Si passa quindi al biturbo D240, prima applicazione Jaguar Land Rover di turbocompressori in serie con funzionamento sequenziale, accreditato di 240 cv e di una coppia di 500 Nm. Le massime prestazioni sono garantite dal recente diesel V6 da 3 litri, il D300, con i suoi 300 cv e a una sbalorditiva coppia massima di 700 Nm. Con questo motore, la Velar accelera da 0 a 100 km/h in soli 6,5 secondi, e raggiunge una velocità massima di 241 km/h, con consumi ed emissioni di 6,4 litri/100 km e 167 g/km di CO2.
Si passa quindi ai nuovi quattro cilindri 2 litri Ingenium a benzina particolarmente evoluti, con collettore di scarico integrato, iniezione diretta a 200 bar e turbocompressore twin scroll.
Il P250 eroga una potenza di picco di 250 cv e una coppia di 365 Nm, costante dai 1.200 ai 4.500 giri al minuto. Un motore che permette alla Velar di passare da 0 a 100 km/h in 6,7 secondi, con un consumo di 7,6 litri/100 km. Il P300, con i suoi 300 Cv, sarà commercializzato successivamente al lancio ed è destinato a diventare il più brillante quattro cilindri mai montato su una Land Rover.
Al vertice della gamma si pone il V6 da 3 litri Supercharged. Denominato P380, il 6 cilindri in alluminio monta un compressore volumetrico con sistema Twin Vortex, iniezione diretta e doppia fasatura variabile delle valvole che assicurano una risposta istantanea dal minimo al massimo dei giri. Si presenta con una potenza di 380 cva 6.500 giri e 450 Nm di coppia massima, che permettono alla Velar di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 5,7 secondi, per poi raggiungere la velocità massima, limitata elettronicamente, di 250 orari.