Viaggio tra i “tesori” dell’Italia che trema

Dopo i terribili terremoti che hanno scosso le meravigliose terre dell’Italia centrale, abbiamo pensato di fare nel nostro piccolo un vero omaggio a quelle terre, iniziando dalle Marche, cercando di porre l’attenzione dei viaggiatori sugli inestimabili patrimoni che quei territori custodiscono. Adesso più che mai quelle terre hanno bisogno della nostra attenzione e di un itinerario dedicato.

Le Marche sono probabilmente ancora più sorprendenti dell’Umbria, non perché sia una regione più bella, ma perché meno conosciuta. Per questo motivo, la sua forza è nell’essere inizialmente sottovalutata.

Per motivi geografici, il nostro viaggio parte da Nord. Dopo essere entrati nelle Marche attraverso la comoda A14, ci dirigiamo subito verso l’interno. Tappa obbligata a pranzo all’Osteria degli Ultimi, a Tavullia, paesino non bellissimo ma meta di turismo motociclistico, visto che è casa del pluricampione Valentino Rossi. Impossibile per noi dire di no…

Prima tappa, dunque, Urbino, detta la città ideale. Effettivamente Urbino ha un’eco importante, un’energia straordinaria, forse dovuta al suo forte senso geometrico che si traduce in totale armonia. E’ l’espressione della visione strategica di Federico da Montefeltro, protagonista della storia del ‘400. Tutto qui sa di lui e della sua ambizione. Fu lui a volere il rinascimentale Palazzo Ducale che domina il paese.

Qui nacquero Raffaello Sanzio e nel 1506 una delle più antiche Università del mondo. Serve altro? Vi consigliamo vivamente una visita attenta alla Galleria Regionale delle Marche nel Palazzo Ducale: capita poche volte, infatti, di poter ammirare in mezz’ora un Piero della Francesca (La flagellazione), un Raffaello (La Muta), un Paolo Uccello, un Tiziano e, infine, La città ideale.

È giunto il momento di riposarci: una regione speciale merita una sosta speciale. Per questo abbiamo scelto di continuare il tragitto verso l’interno marchigiano e fermarci a Villa Collepere, una meravigliosa countryhouse a soli 5 minuti da Matelica, la città del miele e del Verdicchio.

Per vedere il video della struttura di Villa Collepere, clicca qui o sulla foto sopra.

Matelica, dunque. Dicevamo che è definita la città del miele e del Verdicchio. E di Enrico Mattei, aggiungiamo noi, che qui ha vissuto a lungo. Obbligatoria la visita alle principali Cantine Belisario, in cui abbiamo degustato un meraviglioso Cambrugiano 2012 Riserva, un Verdicchio 100% DOCG massima espressione di questo territorio dagli inverni freddi ed estati calde.

Piazza Enrico Mattei è il cuore pulsante di questo piccolo paese, che brulica di vita. Di notte la piazza è illuminata con molto gusto e si mette vanitosamente in mostra. A 200 mt. sorge una vera bomboniera, il Teatro di Matelica, firmato dal Piermarini, autore de La Scala. Due le particolarità: sotto il palco, fatevi condurre ai resti romani delle terme trovate in loco dopo un crollo per terremoto negli ultimi decenni!

Seconda chicca, immancabile: degustare un Verdicchio in un’enoteca nel foyer del teatro (il primo e, che noi si sappia, unico esperimento di enoteca in teatro). Oltre ai prodotti delle Cantine Belisario, Laura Migliorelli e Andrea Ferretti saranno in grado di farvi assaggiare tutti gli altri Verdicchio della zona. E, per chiudere con una battuta, in caso di spettacolo teatrale noioso, una degustazione sostanziosa può essere consigliata!

Fra le cose da consigliarvi a Matelica, non possiamo tacere il Museo Piersanti, sempre a due passi da Piazza Mattei. Le Marche straboccano di musei molto belli, va detto, ma questo ha una particolarità in più: Monsignor Piersanti è stato per 50 anni nel ‘700 il responsabile Cerimoniere del Vaticano, accanto ai Papi che si sono succeduti in mezzo secolo. Riuscite a immaginare la quantità di cimeli originali di cui il Vaticano stesso è geloso? Una su tutte, questa scarpa pontificale appartenuta a Papa Benedetto XIII (1650-1730), cui il Monsignor Piersanti era evidentemente molto legato. Molto.

Il Museo Piersanti ha tanto da dare. Perdetevi nei suoi vari piani e allestimenti, fra i vestiti originali e i tanti ricordi legati ai pontefici del XVIII secolo. E, infine, salite fino all’ultimo piano, da cui tra l’altro si gode una vista inedita della chiesa di Matelica: lì troverete uno spettacolo stupendo, una cucina del ‘700 completamente mantenuta nelle condizioni originali, con strumenti dell’epoca e ogni dettaglio. E’ raro sentirsi avvolti da un ambiente così coinvolgente.

Nel 1971 furono scoperte per caso da tre ragazzi speleologi le Grotte di Frasassi, oggi fra le più frequentate grotte del nostro Paese e non solo. Sono imponenti e una visita è davvero soddisfacente. Il giro presuppone gambe buone e un paio di ore di tempo, ma ne vale la pena. Lo spettacolo che si apre davanti ai propri occhi è grandioso; nelle viscere della terra si perde il senso del tempo e dello spazio, avvolti da stalattiti e stalagmiti di enorme valore. Ecco la forza della Natura!

E chi l’avrebbe detto, svoltando una curva, di trovarsi di fronte a quel logo che è stato incubo e sogno di migliaia di noi? Fabriano, la carta su cui noi giovani-non-ancora-digitali abbiamo svolto migliaia di compiti in classe, ricordate? La cartiera, oggi venduta a un’azienda del nord (Fedrigoni), è spesso stata associata per omonimia al paese in cui si trova, che in realtà ha preso vigore dal 1930, quando Aristide Merloni iniziò con una piccola azienda di bilance la sua avventura imprenditoriale che lo portò a creare i grandi brand Merloni, Ariston e Indesit. Molto operosa, dunque, Fabriano lo è sempre stata, ma ultimamente i musi lunghi e i titoli di giornale non fanno ben sperare, fra un fallimento e minacce di chiusura di diverse di queste aziende.

Ci consoliamo, passeggiando in Piazza del Comune, una delle più belle delle Marche. Avvolti da architetture e ombre medioevali, incrociamo il Palazzo del Podestà, l’arco di Via Cialdini e soprattutto la Fontana Sturinalto risalente addirittura al ‘300!

Merita una visita serale, quando è in attività, anche il Teatro Gentile, uno dei più importanti teatri marchigiani, che vanta un ottimo cartellone. La Cattedrale San Venanzio contiene dipinti di maestri dal ‘300 al ‘500, mentre il centro economico di Fabriano nei secoli che furono – Piazza Garibaldi che fu Piazza del Mercato – vi consentirà di sedervi magari ai piedi della fontana e respirare, guardando a naso in sù. Quanto è bella la regione Marche!

Proprio perché è una meta non scontata, incastonata al centro delle Marche, Macerata ci è piaciuta particolarmente.

E’ una cittadina in salita, nel senso che è disposta su più livelli e questo crea un curioso effetto visivo in Piazza della Libertà, uno dei due fulcri di Macerata.

Godetevi la chiesa seicentesca di San Paolo lì intorno, il Palazzo del Comune, il Palazzo della Prefettura, il Teatro Lauro Rossi e l’imponente Torre dell’Orologio, che ostenta ben due orologi uno sopra l’altro.

Spostatevi poi a sud, in Piazza Mazzini e da lì visitate lo Sferisterio, un ex stadio di pallamano, oggi meta di concerti ad opera dei più grandi nomi della lirica e non solo. Si tiene a Macerata il Macerata Opera Festival, vero momento clou delle serate marchigiane.

Come sempre, anche per Macerata, TurismoinAuto cerca di darvi un paio di consigli fuori dal coro. E’ stato riaperto negli ultimi mesi Palazzo Buonaccorsi, il più bel palazzo da noi visitato nelle Marche. Ben tenuto, gestito ottimamente e intelligentemente curato. E’ diviso per piani, Arte Antica, Moderna e Contemporanea e poi, per noi popolo delle “ruote stradali”, ecco al piano meno 1, un inaspettato Museo della Carrozza! Di straordinario valore, spiega per filo e per segno la storia di questo veicolo che rappresentava un benefit forte per poche famiglie e dettava le linee per le prime autovetture a scoppio di fine Ottocento. Davvero una bellissima esperienza, arricchita anche da cimeli di viaggio dell’epoca con tanto di spiegazione.

Testi e foto di Roberto Rasia dal Polo www.TurismoinAuto.com

 

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