Ventisei anni in Asi e per Asi

di Roberto Loi*

Ventisei anni vissuti in Asi e per Asi, con il costante sostegno di tutta la mia famiglia. Poi, all’improvviso, un’avvisaglia di una controversia di lavoro, annunciata,  a circa 11 mesi dall’auto-allontanamento di una dipendente, che come tante altre aveva svolto per anni un lavoro, quale mia segretaria, nella più assoluta normalità. La cosa mi aveva turbato, ma non sconcertato, solo per la inaspettata e inimmaginabile notizia e per  il fatto che, di fronte alla realtà sottostante, assolutamente normale, poteva-doveva nascondere qualche cosa di non prevedibile. E così è stato. Due cause di lavoro aventi quasi lo stesso oggetto, che sono state trattate congiuntamente senza essere riunite e che hanno portato, più per la parte espositiva che per i dispositivi, a situazioni che, se ci si è comportati bene, possono portare alla disperazione qualsiasi essere umano. I provvedimenti sono stati metabolizzati da me con sufficiente, apparente distacco, non certo da mia moglie e dai miei figli che mi sono stati e mi sono costantemente vicini, con la  fermezza e la signorilità che li contraddistinguono.

Molti Amici, li hanno letti increduli e diffidenti, altri si sono allontanati. Altri ancora hanno utilizzato il motto “ora o mai più”, e l’hanno condiviso e portato avanti congiuntamente fino all’epilogo dell’Assemblea del 7 ottobre scorso.  Assemblea che ha decapitato per il 99% il governo dell’Asi. Di quell’Asi tanto amato e tanto odiato, a seconda di che cosa suggeriscano gli istinti positivi o negativi che stanno dentro a ogni essere umano.

Amato perché parte essenziale della passione per il motorismo storico; odiato perché divenuto troppo grande per coloro che cercavano di imitarlo e/o di distruggerlo, non potendolo avvicinare o diventare parte integrante di esso.

C’è amarezza

Certo un po’ di amarezza la provo, assieme a quei Consiglieri che da anni hanno lavorato con me nel Consiglio o fuori dallo stesso, e oggi, anziché sentirsi ringraziare per quanto fatto, si sono sentiti dire: “Va a casa, sei licenziato in tronco”, con effetto immediato senza poter neanche passare le consegne a chi intende sostituirli. Dall’oggi al domani, senza capire chi e che cosa ti circonda. In questi 26 anni, di cui 20 da presidente, ho vissuto con molti Consiglieri, Presidenti di Commissione, commissari, dipendenti e, salvo in rarissime occasioni, mi sono lasciato da molta gente con la signorilità e il distacco tipico delle persone dotate di un’educazione sufficiente per contare più amici che nemici.

La parte finale di questa mia presidenza, dal 14 luglio al 7 ottobre, è stata contraddistinta non tanto da quello che sarebbe stato un rapporto normale in qualsiasi consesso di persone normali che avevano a cuore la Federazione, ma da un rapporto tendente solo ad approfittare di una situazione già di per sé difficile, per renderla ancor più difficile. E tutto ciò senza tener conto che il peggior esercito del mondo si sarebbe schierato a difesa del proprio comandante ferito per salvarlo. Quest’esercito l’Asi ce l’ha, ma non è guidato dai suoi Consiglieri. E’ guidato dai portatori dei 1627 voti che sabato, a seguito di una campagna tanto denigratoria, quanto incredibile, e di un’Assemblea fatta di molta pochezza perché solo rappresentata da falsità e ignominia, ha votato ancora Roberto Loi e i suoi fedeli o apparenti fedeli, dimostrando col voto in chi credevano e chi biasimavano.

Quel progetto espositivo

A questi dico: grazie. Mi siete stati vicini nel corso della mia presidenza e qualche cosa di buono l’abbiamo fatto assieme: abbiamo risparmiato il denaro per acquistare l’unica e la più bella collezione d’arte automobilistica del mondo, frutto di uno dei più grandi carrozzieri italiani, per pensare a un progetto espositivo collegato con la nuova sede Asi, incorporante la Segreteria Fiva, la Scuola di restauro, un Centro Incontri per le nostre riunioni torinesi e per tutti coloro che volessero fare di Asi il loro punto di riferimento, dove storia, tecnica e bellezza architettonica si possono coniugare in un contesto apprezzabile dai più. All’improvviso l’assemblea ha spazzato via Presidente e Consiglieri, lasciando quasi il vuoto fino al 13 gennaio 2018, giorno del nuovo e chiarificatore incontro elettorale per ridare ai tesserati un Ente governato e, spero, fortemente governabile. Un Ente nel quale tutti possano continuare a credere e a cui rivolgersi per la conservazione del patrimonio storico nazionale, come fatto sempre, con maggior fiducia negli ultimi 15 anni.

Il tempo giudicherà il sottoscritto, i Consiglieri, e coloro, oggi rimasti ancora nell’ombra, che sono stati gli artefici e gli ispiratori di questo, fino a due anni fa, assolutamente inimmaginabile accadimento. Il mio solito saluto affettuoso e riconoscente ai tanti amici che mi hanno apprezzato e sostenuto in questi velocissimi e indimenticabili anni, gli ultimi dei quali percorsi nel mio ufficio di Torino e sulle strade d’Italia per visitare gli appassionati che mi aspettavano, per parlarmi di sé e della loro passione. Per ora, torno in famiglia, anche ad accudire i miei veicoli, muti da troppo tempo.

*Il presidente Asi revocato

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