Troppe le fonti di distrazione

di Gianfranco Chierchini

Mentre solo il 23% degli automobilisti ammette di usare lo smartphone alla guida senza l’ausilio di auricolare o vivavoce,  ben il 40% ammette di distrarsi con gli strumenti messi  a  disposizione nel cruscotto,  dall’impostazione di un indirizzo sul  navigatore satellitare al cambio di canale radiofonico,  all’uso delle sempre più numerose e sofisticate tecnologie. Nella fascia giovanile la percentuale degli utilizzatori tecnologici cresce, anzi raddoppia, collocandosi all’84%.

Sono questi i principali risultati emersi da una ricerca condotta da MPS Evolving Marketing Research  per conto della società di assicurazione online Quixa.  Seguono poi altri dati sulle abitudini scorrette alla guida dell’italiano: dal mangiare un panino, abitudine che riguarda quasi un automobilista su tre  (un 29%),  al girarsi per vedere cosa accade ai bambini che sembrerebbe riguardare quasi tutti i genitori, dato che la percentuale è del 23% dei guidatori.  Tralascio qui i dati su “pettinarsi e truccarsi” oppure su ”fare il nodo alla cravatta”,  abitudini che molto probabilmente si sono consolidate nelle code dei  quotidiani percorsi autostradali,   in lento avvicinamento al posto di lavoro, nella città.
Dati che fanno riflettere

La ricerca merita una larga diffusione per i comportamenti scorretti che va ad evidenziare  e merita che i dati contenuti vengano ricordati nei dibattiti finalizzati ad aumentare le condizioni di sicurezza dei 42 milioni di patentati e, complessivamente, dei circa 60 milioni di italiani che usano la strada: compresi il neonato spinto in carrozzina sul marciapiede ed il vecchietto che attraversa la strada per andare a leggere il giornale nei giardini vicino casa.
In questa sede mi viene tuttavia spontaneo svolgere un paio di considerazioni.
L’apparenza che inganna
La prima riguarda le Case produttrici di veicoli e di tecnologie: le loro applicazioni sono state per lo più realizzate per elevare la sicurezza dei veicoli e hanno prodotto enormi benefici, basti soltanto pensare all’Abs.  Ma oggi e ancor più nel prossimo futuro, funzioni sempre più numerose ed anche attraenti non rischiano di far credere che il veicolo sia al di sopra di qualsiasi tipo di incidente e di conseguenza che il suo guidatore sia maggiormente indotto alla distrazione? La seconda considerazione rischia di esser quasi banale, ma  corro volentieri il rischio: non è che accanto ai validi ingegneri e ricercatori delle Case costruttrici,  siano da affiancare altrettanto validi psicologi e comunicatori per far sì che, assieme, possano far diminuire quei quasi 250.000 feriti da incidente stradale, registrati nel 2015, una media di 680 ogni giorno, compresi Natale e Ferragosto?

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