Torna Alpine. E la A110 farà innamorare chi guidare

di Piero Evangelisti

La resurrezione del marchio Alpine era stata decisa quando al timone di Renault c’era ancora Carlos Tavares, oggi ceo di Psa e artefice dell’acquisizione da parte del gruppo francese della tedesca Opel, ma il processo è andato  avanti, e al Salone di Ginevra ha fatto finalmente la sua apparizione la A110, una sportiva autentica che si richiama, già nel colore azzurro tipico di Alpine, ai modelli storici del marchio. Rimangono intatti, come nelle vetture che vincevano sulle piste e sulle strade dei rally, valori come leggerezza, agilità e performance che caratterizzano oggi la A110 Berlinette, una sportiva biposto a motore centrale: di fronte ad auto come questa chi ama ancora “guidare” si sente rinfrancato, lontano da tutte quelle tecnologie sempre più orientate verso la macchina che fa tutto da sola. La A110 è una superleggera in quanto pesa soltanto – a vuoto –  poco più di una tonnellata ed è lunga 4,18 metri, un valore che ne anticipa la maneggevolezza. Sulla A110 il motore è collocato davanti all’assale posteriore ed è un quattro cilindri, 1.8 litri, che gli ingegneri di Renault Sport hanno portato, con una intelligente sovralimentazione con turbocompressore, a una potenza di 252 cv. La nuovissima Alpine 110, ordinabile in una prima edizione limitata, accelera da 0 a 100 km/h in soli 4,5 secondi. Gli estimatori di un mito che sembrava essere scomparso possono ricominciare a sognare.

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