Tante le preoccupazioni per questo 2019

di Paolo Scudieri*

A dicembre, il mercato dell’auto, dopo le flessioni degli ultimi tre mesi, torna a crescere (+2%), anche grazie a un giorno lavorativo in più rispetto allo stesso mese del 2017, mentre chiude il 2018 con segno negativo (-3,1%). La crescita mediamente contenuta di dicembre e il calo della chiusura d’anno (su cui hanno pesato le flessioni di settembre, ottobre e novembre) sono dovuti in buona parte alle conseguenze dell’entrata in vigore, dal 1° settembre scorso, dei nuovi standard sulla misurazione delle emissioni e, quindi, dell’obbligo di immatricolare esclusivamente vetture dotate di un propulsore Euro 6C e 6D temp. La crescita delle immatricolazioni a luglio e ad agosto, al di sopra della media, ha portato a un effetto di compensazione nel mese successivo, mentre nell’ultimo trimestre dell’anno la situazione, seppur con qualche strascico negativo, ha incominciato a normalizzarsi.

Il 2018, in generale, ha visto un andamento altalenante del mercato: 7 mesi su 12 hanno chiuso con il segno meno. Nella prima parte dell’anno i fattori che più hanno inciso su questo trend sono stati dapprima l’instabilità politica e il clima pre-elettorale e poi la progressiva contrazione delle vendite di auto diesel, sulla scia di quanto accaduto negli altri maggiori mercati europei. Nell’ultima parte dell’anno, oltre a quanto già spiegato, hanno influito negativamente anche il peggioramento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese, l’ESI (Economic Sentiment Indicator) in calo e le tensioni politiche legate alla manovra finanziaria.

Difficile fare previsioni per l’anno appena iniziato, che si apre all’insegna della preoccupazione per le ripercussioni negative del bonus-malus – in quanto a essere colpite non saranno solo le autovetture di lusso e di grossa cilindrata, ma anche moltissimi modelli ampiamente diffusi sul mercato – per il clima di incertezza economica, nonché per un contesto produttivo piuttosto critico (l’indice della produzione dell’industria automotive risulta in calo dallo scorso luglio e gli ordinativi da agosto). Un passo importante per la transizione verso una mobilità ad impatto zero è invece stato fatto con lo stanziamento a supporto delle infrastrutture di ricarica previsto dalla stessa Legge di Bilancio. 

Ricordiamo infine che, a differenza degli anni precedenti, non sono scattati i tradizionali adeguamenti tariffari dei pedaggi autostradali di inizio anno, almeno sul 90% delle autostrade italiane, pur restando un fattore di incertezza per le società con le quali non è stato raggiunto un accordo. La sospensione degli adeguamenti tariffari risulta prevista per un periodo di almeno sei mesi.

*Presidente di Anfia

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