Suzuki Jimny: …e la tradizione dei fuoristrada continua

di Lorenzo Palma

Erede del mitico “Suzukino” degli anni 70, che a lungo ha rappresentato l’archetipo del piccolo fuoristrada, efficace su ogni fondo e indistruttibile (ma anche un po’ rigido sulle buche), ecco la nuova versione di Suzuki Jimny, giunto alla quarta generazione. La vettura conserva le caratteristiche che l’hanno resa famosa e si distingue per la sua linea dura e pura, e anche un po’ rétro, e la spiccate capacità da fuoristrada. La carrozzeria, squadrata, ha forme spigolose, con il frontale verticale, la mascherina con le classiche cinque feritoie, le fiancate dritte, i passaruota accentuati e il cofano e il tetto piatti. Le ruote si trovano alle estremità della carrozzeria, come sulle vere fuoristrada.

suzuki-jimny-dettagli-int-5-

Suzuki Jimny, con i suoi 348 cm di lunghezza che con la ruota di scorta esterna, di serie, la fa arrivare a 365 cm , con165 cm di larghezza e 173 di altezza e un passo di 225 cm, resta un piccolo fuoristrada a prova di città. Il telaio e le sospensioni: Suzuki Jimny mantiene l’ossatura a longheroni e traverse, con sospensioni ad assale rigido (che assicurano una maggiore aderenza su fondi sconnessi, schiacciando a terra una ruota se l’altra sullo stesso asse viene sollevata da un ostacolo). Di grande affidabilità, anche il sistema di trazione integrale All grip PRO che in condizioni normali prevede la trazione posteriore (posizione 2H, ovvero 2WD High Gear, selezionabile con la seconda piccola leva nella consolle), con la possibilità di innestare quella sulle quattro ruote quando necessario (nella modalità 4H, cioè 4WD High Gear). Il cambio della Suzuki Jimny è manuale a 5 rapporti o automatico a quattro, con le marce ridotte: sono disponibili nella posizione 4L (vale a dire 4WD Low Gear), per affrontare salite e discese anche molto ripide e fondi sabbiosi e fangosi.
All’interno di Jimny si ha immediatamente l’impressione di essere su un fuoristrada vero: l’aspetto è semplice, essenziale, robusto, con i comandi principali a portata di mano. Il colore dominante è il nero. Le forme sono quelle squadrate che caratterizzano la carrozzeria, con qualche concessione a linee più morbide nelle bocchette dell’aria tonde e nel cruscotto, che racchiude due classici quadranti circolari: ha una grafica un po’ datata, ma molto chiara. Davanti lo spazio abbonda, specie in altezza; la posizione di guida, rialzata, è comoda, ma la regolazione manuale dello schienale a scatti è poco precisa e il volante si registra solo in altezza.

Dietro, Jimny offre due sedili non molto ampi (e di difficile accesso a causa della configurazione a tre porte), piatti e dall’imbottitura rigida. Il loro schienale è regolabile nell’inclinazione, per lasciare più spazio ai bagagli. Il baule, infatti, è decisamente piccolo, la capacità di 85 litri con i quattro posti in uso è davvero insufficiente (la profondità è di soli 24 cm), e costringe ad abbattere almeno uno dei due schienali posteriori per poter stivare delle valigie. Alta la soglia di carico, a 85 cm da terra e scomodo il portellone incernierato a destra, difficile da aprire in spazi stretti. 

Suzuki Jimny non tradisce la sua fama di 4×4 efficace anche nei percorsi più duri. Parte del segreto, ovviamente, sta nella sua leggerezza e nelle dimensioni ridotte della carrozzeria. L’efficace sistema di trazione integrale All grip PRO e le marce ridotte fanno il resto. L’abbiamo provatao sulle impervie strade dell’Abruzzo aquilano, ma anche in autostrada e in città, superando passaggi stretti e difficili, con una pendenza speso importante, tutto avvenuto con la massima tranquillità. Non sempre inserendo la modalità 4L con le ridotte, la trazione 4WD ci ha consentito di superare anche ostacoli severi quasi senza sforzo.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *