Stima S&P 2020: vendite -20%, tiene la Cina

In un mercato colpito al cuore dai lockdown le vendite globali di veicoli leggeri quest’anno potrebbero scendere del 20% rispetto al 2019 a seguito dei blocchi per vendita e produzione dovute alla pandemia di Covid-19. E’ la stima formulata in una ricerca di S&P Global Ratings che “si basa sul calo delle vendite del 25% nel primo semestre 2020, uno shock senza precedenti per l’industria globale”, spiega l’analista Vittoria Ferraris. S&P prevede che le vendite globali di veicoli aumenteranno tra il 7% e 9% sia nel 2021 che nel 2022, un rimbalzo che tuttavia significa che le vendite di automobili tra due anni saranno ancora del 6% inferiori ai volumi del 2019.

Eventuali miglioramenti di queste previsioni – spiega l’agenzia – potranno “derivare principalmente dal mercato cinese, il più dinamico ma anche il meno prevedibile tra i principali mercati automobilistici globali. Riteniamo che la Cina possa essere l’unico mercato a recuperare il ritardo con i volumi del 2019 entro la fine del 2022″.

In dettaglio, S&P stima un 2020 con 73 milioni di auto vendute a livello globale, di cui la parte del leone (il 32%) la fa la Cina, mentre l’Europa si ferma al 22% (con una perdita di oltre un quinto rispetto all’anno precedente). Il nostro mercato continentale peraltro potrebbe chiudere a fine 2022 con un calo dell’8% rispetto al dato del 2019.

“Le nostre previsioni di vendita di auto globali sono più prudenti rispetto agli standard di mercato generali“, affermato la Ferraris. “Ma riteniamo che sia coerente con la drammatica compressione delle disponibilità dei potenziali acquirenti di auto in tutto il mondo, combinata con la pressione sull’accessibilità derivante dai prezzi più elevati dei nuovi veicoli ibridi ed elettrici che le Case automobilistiche stanno cercando di promuovere in Europa e Cina. Per S&P è probabile che molti impianti di produttori e fornitori funzioneranno a capacità non ottimali e a livelli meno efficienti per il resto del 2020″ mentre sul fronte finanziario l’anno si chiuderà con un debito più elevato rispetto alla fine del 2019″, di qui la stima di parametri di redditività e flusso di cassa più deboli nel 2021 rispetto al 2019.

Tenuto conto poi anche della “costante pressione sulla redditività generata dalla transizione alla mobilità elettrica e dei considerevoli investimenti necessari” il risultato per S&P è la conferma di “unaprospettiva negativa per l’industria automobilistica nonostante alcuni segnali di ripresa”.

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