In sella alla Vespa Elettrica in giro per Milano

di Cesare Gasparri Zezza

Era il 1946, l’Italia era appena uscita dalla guerra con l’economia in ginocchio quando, da una geniale intuizione dell’Ingegner Corradino D’Ascanio prese vita la VespaSembra incredibile come questo motociclo, accessibile a tutti, contribuì a risollevare il Paese favorendo la mobilità di massa. Vespa entrò prepotentemente nel cuore degli italiani, divenne protagonista della Dolce Vita, delle gite fuori porta e delle vacanze spensierate.

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Settantadue anni dopo, all’ultimo salone del Ciclo e del Motociclo a Milano, è sbarcata Vespa Elettrica, un veicolo ancora una volta rivoluzionario che ha come mission dare la scossa al segmento dell’urban mobility. Ci riuscirà? Siamo andati a Milano per scoprirlo.

A prima vista, la Vespa Elettrica potrebbe essere scambiata con la Primavera, con cui condivide la scocca in metallo. Dalla versione spinta dal propulsore termico si differenzia tuttavia per la colorazione grigia satinata con dettagli e bordi colorati (sei le varianti disponibili azzurro, giallo, verde, nero e grigio), oltre, naturalmente, alla mancanza della marmitta. Guardandola con più attenzione si nota la classica pedana larga e lo scudo capace di proteggere le gambe dalle intemperie.

Il compito di illuminare la strada è stato affidato a un potente faro Led, mentre sul manubrio, tutti i tasti sono a portata di pollice.  Incredibile come negli anni, la tecnologia sia sempre stata portata a bordo del fashion-scooter in modo armonico e senza cambiarne lo spirito. Spicca il cruscotto digitale TFT da 4,3” con sensore crepuscolare che adatta la luminosità alla luce esterna e permette di visualizzare i parametri di marcia, dello stato della batteria, l’orologio e la temperatura esterna. Moderno, con un leggero fascino retrò, il quadro ricorda quello della Special.

Lo smartphone può essere interfacciato con il casco o direttamente allo scooter tramite connessione Bluetooth.Prima di iniziare la nostra prova abbiamo scaricato la Appdedicata per avere tutti i parametri “vitali” disponibili in tempo reale sul device e lo abbiamo messo in carica tramite la comoda porta usb alloggiata nel bauletto nel retroscudo.

I bagagli voluminosi, come borse della spesa o zainetti, possono essere appesi al gancio a scomparsa alloggiato nella parte anteriore della sella; altri bagagli, possono essere stipati nel pratico vano sottostante. Un vano, capace di ospitare un casco demi-jet e dove trova posto il cavo con la presa di ricarica.

Un giro di chiave, piede a terra, un colpo di reni e si parte. Addosso ci sentiamo la stessa euforia e spensieratezza di Massimo Boldi che nel film Yuppies si muoveva per il capoluogo lombardo a bordo di una Vespina anni ’80.  Il borbottare del monocilindrico che ha accompagnato Vespa dalla notte dei tempi, non è più protagonista, al suo posto, tanti rumori della scena intorno a noi: l’ululare di una sirena impazzita che sfreccia nel traffico e lo scampanellio di un tram che chiude le porte pigramente e si sposta dentro l’incrocio. Semaforo verde, asfalto, pavè, attraversamento delle rotaie.Un pedone distratto attraversa la strada senza guardare. Una pinzata di freno, peso a sinistra, leggera piega ed un filo di gas. Ops, energia. Siamo sui Navigli.

I pneumatici, da 12” dell’anteriore e, da 11” del posteriore, accoppiati al lavoro degli ammortizzatori anestetizzano i colpi del fondo stradale sconnesso. Dal nuovo quartiere green di Milano a Porta Romana. I freni, anteriore a disco e posteriore a tamburo, sono sempre pronti e l’arresto può essere facilmente modulato, con il tempo risulta anche facile la “frenata” solo “chiudendo” la manopola dei gas. In questo caso, si ridà anche carica alla batteria. Agile nel traffico per gli ingombri contenuti e i 140 chili di peso ben distribuiti.

Il motore è stato realizzato insourcing. Il motivo è che non si trovava sul mercato una power unit compatibile cob gli spazi. La batteria da 25 chili aiuta a tenere basso il baricentro aumentando la facilità e il piacere di guida nello stretto e nel misto. L’unità elettrica sviluppa una potenza continua di 3,5 kW,  un picco di 4 kW e una coppia di 200 Nm. Per abbracciare il più ampio pubblico possibile e per limitare l’eccessivo consumo delle batterie a ioni di litio, è stata scelta una corsa lunga per l’acceleratore.

Vespa Elettrica garantisce una autonomia massima fino a 100 km, valore che non subisce significative variazioni tra circuito extraurbano anche grazie all’efficiente sistema di recupero dell’energia cinetica KERS (Kinetic Energy Recovery System), che la ricarica nelle fasi di decelerazione. Per chi è alla ricerca di “partenze brucianti”, sarà sufficiente cambiare l’erogazione della potenza. L’acceleratore elettronico ride-by-wire permette di scegliere tra il programma: Eco (velocità massima di 30 km/h) e Power (45 km/h). Velocità limitata elettronicamente per rientrare nelle norme che regolano i cinquantini.

Vespa-Elettrica-03-2019

In caso di parcheggi in spazi stretti o in pendenza si può contare sull’aiuto della retromarcia. Tour terminato e batteria ancora con tanta energia disponibile. Nessuna ansia da “prestazione di ricarica”, anche perché bastano 4 ore per fare un “pieno”. Questa nuova Vespa Elettrica ci piace: fashion e piacevole da guidare, ma per aumentarne la diffusione serve l’impegno delle amministrazioni per la creazione di stalli per la ricarica.

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