Renault, i motori termici resistono

In futuro viaggeremo tutti a energia elettrica? Si vedrà. Intanto i motori termici, quelli tradizionali a benzina e diesel (che, non dimentichiamocelo, sono indispensabili per le auto ibride e ibride plug-in), diventano sempre più virtuosi sotto il profilo delle emissioni.  I nuovi limiti entreranno presto in vigore (settembre 2019) e i costruttori sono pronti a rispettarli con nuove tecnologie identificate da sigle con le quali dovremo familiarizzare. Il Gruppo Renault, per esempio, ha già annunciato il lancio di nuovi sistemi di riduzione delle emissioni dei motori benzina e Diesel per i suoi veicoli, per uso privato e commerciale. Le tecnologie dei filtri antiparticolato (Fap) per i motori benzina e la riduzione catalitica selettiva (Scr) per i Diesel verranno progressivamente estese a tutte le gamme delle marche del gruppo francese per rientrare nei limiti fissati dalla normativa europea di omologazione Euro 6 d-temp.

Dacia_Duster

Filtri e additivi

Le strade da percorrere per ridurre le emissioni di anidride carbonica e di inquinanti come gli ossidi di azoto o il particolato sono praticamente obbligate: filtro antiparticolato per i motori a benzina (Fap) e additivo  base di urea (catalizzazione selettiva Scr e additivo Adblue) per quelli a gasolio. Per distinguere la nuova generazione di motori il Gruppo Renault adotta nuove sigle: Tce Fap per i benzina a iniezione diretta e Blue dCi per i diesel.  Kadjar sarà il primo veicolo del Gruppo Renault ad approfittare di questi progressi tecnologici con due livelli di potenza: Tce 140 Fap e Tce 160 Fap. Dacia Duster sarà il primo veicolo del Gruppo Renault a essere dotato di questo sistema con il motore “Blue dCi 115”. L’adozione di questi nuovi sistemi non comporterà automaticamente una strozzatura nell’erogazione della potenza. Renault promette addirittura potenze e coppie maggiori per i suoi motori rinnovati.

di Piero Evangelisti 

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