Quelle frasi di Marchionne, quasi un presagio

«Può Marchionne lasciare qualcosa di scritto, delle istruzioni per l’uso, e infondere il suo Dna nell’organizzazione in modo che rimanga per sempre una macchina a elevate prestazioni? Chi può dirlo. Quello che sappiamo, però, è che l’uomo che ha costruito la nuova era di Fca sostiene che se ne andrà presto». La frase, quasi un presagio, appartiene a un analista ed è stata evidenziata da Sergio Marchionne, l’1 giugno scorso, in chiusura dell’Investor Day di Balocco.
Di queste parole, colpiscono quel «sostiene che se ne andrà presto» (eppure, al programmato cambio della guardia alla guida di Fca, mancavano, quel giorno, quasi undici mesi) e, soprattutto, la risposta che lo stesso Sergio Marchionne ha dato alla domanda dell’analista: «Non ci sono indicazioni né istruzioni scritte; sarebbero troppo istituzionali e temporanee».

E ora, in occasione della ricorrenza del primo mese dalla scomparsa dell’ex ad di Fca e presidente di Ferrari, avvenuta il 25 luglio, a Zurigo, la rilettura di alcuni passaggi del suo ultimo intervento davanti alla comunità finanziaria, sembra quasi rappresentare un testamento spirituale. Come a dire: toccherà presto a voi, perché «l’essenza di Fca risiede nella cultura delle sue persone che sono nate dalle difficoltà e agiscono senza spartiti». La ragione, poi, di aver fatto iniziare la presentazione dei nuovi piani di Fca proprio a Mike Manley, catapultato con Marchionne agonizzante alla guida del Lingotto, suona ora come un’investitura ufficiale del capo di Jeep e Ram, da parte dello stesso ad, come suo successore.

Il nuovo ceo, intanto, sarà a Torino il 14 settembre, per la commemorazione di Marchionne, consapevole che «il vero traguardo – come disse il suo predecessore – è quello che dobbiamo ancora raggiungere».

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