“Quattroruote” e le aree di servizio: livello medio desolante e problemi per i disabili

Aree di servizio desolanti con parcheggi intasati da camion, bagni fatiscenti e un’inaccettabile accoglienza per i portatori di handicap. È questo il risultato dell’indagine sul campo condotta dal mensile “Quattroruote” che ha esaminato le autostrade A5 (Torino-Aosta), A6 (Torino-Savona), A7 (Milano-Genova), A10 (Genova-Ventimiglia), A12 (Genova-Roma), A15 (Parma-La Spezia), A22 (Modena-Brennero), A24 (Roma-L’Aquila) e A25 (Torano-Pescara), contigue agli itinerari principali, l’A1 Autostrada del Sole e l’A14 Bologna-Taranto, già valutate lo scorso anno.

Gli inviati del mensile sono partiti dalla Valle d’Aosta per arrivare fino in Abruzzo: 105 le aree di servizio visitate, collocate lungo percorsi che, specie nel periodo di vacanza, risultano molto battuti portando alle località di mare (come la Torino-Savona e la Milano-Genova) o di montagna (come l’A22 per il Brennero e l’A24/25 tra Roma e L’Aquila/Teramo). Sei i parametri principali utilizzati per esprimere i giudizi: il numero e la qualità degli spazi di sosta, lo stato degli edifici e l’offerta di servizi particolari (per esempio, per bambini e animali domestici), la tipologia e la qualità delle aree di ristoro (servizio e pulizia), l’efficienza delle toilette, l’accessibilità per gli utenti disabili e il prezzo dei carburanti al self-service.

Il quadro generale evidenzia una situazione peggiore rispetto alle precedenti verifiche: nonostante il livello di pulizia delle aree di ristoro e dei bagni sia in generale accettabile, il giudizio medio non supera le 2 stelle su 5, con ben quarantacinque strutture che ottengono solo una stella, o una e mezza, senza quindi raggiungere una votazione sufficiente.

Su 105 aree, dieci offrono meno di 10 posti ciascuna per parcheggiare; i posti riservati a donne in gravidanza o a famiglie sono previsti solo in 11 aree. Quattro quelle che offrono colonnine per la ricarica di auto elettriche. Tutti numeri ancora troppo bassi.

Un capitolo a parte merita l’analisi dell’accoglienza degli utenti disabiliin più del 50% delle strutture visitate i bagni sono risultati chiusi a chiave o dotati di citofono. Per accedere a quello che dovrebbe essere un diritto, l’utente è costretto a qualificarsi e a chiederne l’apertura. Inoltre, in presenza dei tornelli d’ingresso all’autogrill, in diversi casi il varco a loro dedicato – o l’ingresso ai bagni – si rivela impraticabile per la presenza d’ingombranti espositori che di fatto impediscono il passaggio di una carrozzina (succede, per esempio, a Varco Laimburg Est, Adige Ovest, Viverone Sud, Piani d’Invrea Nord, Versilia Ovest, Fine, Arrone Est).

Non solo: le aree Po Est, Garda Est e Paganella Ovest sono risultate prive di accessi dedicati ai disabili, mentre in altri casi le toilette a loro riservate sono abbinate alla baby room o alle docce (Castagnolo Est, Corneto Ovest, Isarco Est, Paganella Est, Povegliano Est, Bracciarola Nord).

Al netto di rare eccezioni positive (come l’area Carcare Est sull’A6 Torino-Savona, un modello di accoglienza), l’indagine di “Quattroruote” rivela dunque come le aziende titolari delle concessioni abbiano scelto d’investire poco su queste arterie, concentrando la maggior parte delle risorse su quelle con volumi di traffico più alti, dove l’anno scorso la stessa analisi aveva fatto registrare valutazioni decisamente più alte.

 

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