Ok agli incentivi, ma sembra un pannicello caldo

Ha il sapore di un contentino e niente più l’approvazione, in Commissione Bilancio di Montecitorio, dell’emendamento al Decreto Rilancio, che contiene una serie di interventi a beneficio del settore auto. Solo nelle prossime ore, infatti, si capirà se l’ammontare dello stanziamento è degno del peso della filiera automotive in Italia (il 10% del Pil) o se, per questo governo, sono più importanti monopattini e biciclette per il cui acquisto sono stati deliberati 150 milioni.

L’emendamento porta come prima firma quella di Gianluca Benamati (Pd), vicepresidente della Commissione Attività Produttive della Camera, che ha dato battaglia affinché le istanze di Anfia, Unrae e Federauto venissero ascoltate e recepite. Il governo, però, le richieste le avrebbe considerate in minima parte. Insomma, il comparto chiedeva almeno 400 milioni da qui alla fine dell’anno per dare fiato a un settore messo in ginocchio dal coronavirus, ma a quanto sembra la somma messa a disposizione sarebbe inferiore. Chiarezza sarà fatta nelle prossime ore.

Al di là degli incentivi con e senza rottamazione, non ci sarebbe traccia, a esempio, dell’allineamento fiscale delle auto aziendali con gli altri Paesi. Se così fosse, sarebbe gravissimo. Comunque, vediamo cosa prevede l’emendamento: dal primo agosto al 31 dicembre 2020 chi acquista o prende in leasing un veicolo ibrido o elettrico nuovo di fabbrica, con contestuale rottamazione di un’auto immatricolata prima del 2010 o, comunque, con più di 10 anni, avrà un bonus di 2mila euro. Che si riduce a 1.500 euro per l’acquisto di un Euro 6 (discriminati, ovviamente, diesel e benzina). Il bonus scende, rispettivamente, a 1.000 euro e a 750 euro, per chi acquista vetture elettriche e ibride o Euro 6 senza rottamazione. A questo bonus si dovrà aggiungere uno sconto da parte del venditore (vista la situazione e tutte le promozioni già fatte, i concessionari dovrebbero, a questo punto, rinunciare a un altro po’ di quel che resta del margine). L’incentivo per elettriche e ibride plug-in si aggiunge all’ecobonus già previsto.

L’iter del provvedimento, comunque, lascerebbe spazio ad altri possibili interventi. E un secondo round potrebbe arrivare con la Manovra di luglio e lo scostamento di bilancio, che significherebbe, però, che le eventuali novità entrerebbero in vigore ad autunno inoltrato. Chissà che cosa si saranno detti, in proposito, il presidente di Fca, John Elkann, e il premier Giuseppe Conte, che si sono parlati a Palazzo Chigi dopo la presentazione alle massime autorità del Paese della Nuova 500 Elettrica. Fca, tra l’altro, ha appeno ricevuto dal ministero dell’Economia il via libera all’ottenimento del prestito da 6,3 miliardi per far fronte al pagamento di dipendenti e fornitori della filiera italiana, nonché per portare avanti il piano di investimenti nel Paese. Il contenuto di questo emendamento piace a Fca? Qualche dubbio è lecito.

All’on. Benamati va il merito di aver combattuto all’interno della stessa maggioranza contro chi (i 5 Stelle) al buon senso vuole sempre anteporre l’ideologia (tutti in auto elettrica, monopattini e bici) e la sciagurata decrescita felice. Ma bisogna fare di più. Il pannicello caldo non basta. Fa ben sperare la frase dello stesso Benamati arrivata poco dopo l’ok all’emendamento: “… spero potrà preludere a un piano organico per tutta la filiera dell’automobile”

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