Nuova Fiat 500 Elettrica e Milano: “scossa” alla sfiga

Di per sé, la Nuova Fiat 500 Elettrica ha già fatto più che notizia, essendo il primo modello di Fca, per di più icona di tutto il gruppo, a emissioni zero. Ma la notizia nella notizia è che l’anteprima mondiale – una volta cancellato, a causa del coronavirus, il Salone di Ginevra – è avvenuta a Milano, metropoli dove i timori di contagio sono tangibili: poche persone in giro, traffico scorrevole, occhiate sospettose, acrobazie per aprire le porte utilizzando solo gomiti e avambracci.


Una sfida, quella lanciata da Olivier François («sono francese, ma milanese di adozione», ha subito ricordato), responsabile del marchio Fiat in Fca, decisa a Palazzo Marino, nell’ufficio del sindaco Beppe Sala, che tra l’altro ha già versato una caparra di 500 euro per essere tra i primi a farsi fotografare alla guida della Nuova 500 Elettrica (37.900 euro e Wallbox compresa per la «Launch Edition», incentivi esclusi).


Sala, alla fine, non ha partecipato come da programma alla presentazione svoltasi in Triennale, perché impegnato in Consiglio comunale. Al suo posto, l’assessore alla Mobilità di Milano, Marco Granelli. Quella che Fiat lancia, supportata da Palazzo Marino, è una sfida in direzione della fiducia e dell’ottimismo. «La 500 – ha ricordato François – è nata nel 1957, mettendo in moto il Paese e gli italiani duramente provati dalla Seconda guerra mondiale. Ha quindi rappresentato una sorta di “rivoluzione sociale”. E anche adesso, sempre la 500, vuole dare un segnale di positività, una carica di energia. Se lo slogan coniato dal Comune dice che “Milano non si ferma”, ebbene, anche l’Italia e la Fiat non si fermano». E proprio dallo spot milanese, è nata l’ispirazione del vulcanico manager di Fca che si è poi concretizzata «grazie» alla cancellazione del Salone di Ginevra dove la Nuova Fiat 500 Elettrica ambiva a essere riconosciuta come indiscussa regina.

Nella sala principale della Triennale, hanno risposto all’invito una novantina di giornalisti (ma le persone presenti erano di più tenendo conto di operatori vari e personale di Fca). Unica precauzione, al di là di evitare (ma non sempre) strette di mano, bacetti e abbracci, la distanza di un paio di metri tra una poltroncina e l’altra. Distanza poi, come sempre accade, azzerata nel momento delle interviste. Una sfida contro gufi e timori anche questa.

 

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