Non sono più “mini” ma vanno alla grande

di Piero Evangelisti

Ciò che Bmw Group è riuscita a fare acquistando il marchio Mini e creando una copiosa gamma di modelli è un capolavoro industriale e commerciale. La prima Mini creata da Sir Alec Issigonis resta comunque impressa nelle nuove Mini che hanno raggiunto dimensioni da auto media, come la nuova Countryman che ormai è divenuta un Suv compatto visto che ha raggiunto una lunghezza di 4,30 metri, al pubblico piace e quindi la strategia è corretta. Lasciamo che i puristi si lancino alla ricerca delle vecchie Mini, rinunciando alla sicurezza che le nuove offrono.

Cooper, una garanzia di prestazioni al top

Un’altra scelta azzeccata da Bmw Group è stata quella di conservare gelosamente il marchio Cooper, testimone di tanti successi delle prime Mini, trasformandolo in un “sub brand”, la John Cooper Works” che firma tutte le versioni top della compatta inglese. Su Countryman in allestimento John Cooper Works, Mini tocca vette di potenza mai raggiunte finora per le sue auto. A disposizione della Countryman Jcw ci sono infatti 231 cavalli che abbinati alla trazione integrale All4 trasmettono al fortunato guidatore una sensazione molto simile a quella che si prova nelle competizioni. Non sono “mini” le prestazioni di questa Countryman che, equipaggiata anche del cambio automatico a otto rapporti, accelera da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi. Facile è usarla, tutti i giorni, nel traffico cittadino grazie alla coppia di 350 Nm, un bel valore per una Mini che non è più una “mini”.

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