Lotta alla contraffazione, i risultati del progetto pilota di Anfia

Il convegnoLotta alla contraffazione e tutela dei prodotti e dei diritti di P.I. in Internet”, organizzato da Anfia e Convey ha raccontato esperienze di successo in settori tecnici e i risultati del progetto pilota su piattaforme e-commerce B2B e B2C che ha coinvolto le Associate ANFIA della Sezione Aftermarket nel secondo semestre 2018.

Andrea Debernardis, Responsabile del Gruppo Componenti Anfia, ha aperto i lavori raccontando il ruolo e gli obiettivi dell’Associazione nella promozione della cultura della P.I. e la sua difesa in Internet, soffermandosi, in particolare sulla collaborazione di Anfia-Aftermarket con il Nucleo Anticontraffazione della Guardia di Finanza per la promozione del SIAC (Sistema Informativo Anticontraffazione) e sul progetto di aggiornamento del Vademecum per il consumatore, riferito ai comparti elettrodomestici e ricambi automotive, “Io non voglio il falso” realizzato nel 2012 insieme al ministero dello Sviluppo Economico e altri soggetti attivi su questo fronte.

Dopo i saluti di Vincenzo Petrone, Direttore Generale della Fondazione Italia-Cina, che ha esposto una riflessione sui cambiamenti in atto negli ultimi anni nell’economia e nella società cinese, dove, diversamente dal passato, si sta affermando una maggiore cultura della proprietà intellettuale, il convegno è proseguito con l’intervento di Michele Provera, Direttore Servizi anticontraffazione online di Convey, un’enforcement agency riconosciuta a livello internazionale che difende in Internet le privative industriali delle aziende clienti mediante metodologie evolute di monitoraggio e di repressione degli illeciti individuati sulla Rete. Secondo la metodologia di Convey, il successo del contrasto alle inserzioni “fake” in Internet non può che basarsi sull’inversione del paradigma tradizionalmente adottato: l’attenzione del titolare di intellectual property rights (IPRs) non deve essere puntata solo sui “contraffattori” (potenzialmente milioni) ma sui cosiddetti “proxi”, soggetti che, tramite le proprie strutture telematiche e relativi servizi offerti ad un pubblico internazionale, rendono possibili le attività di commercio elettronico che veicolano il falso. Obiettivo prioritario è quindi ottenere dai proxi” – a seguito di puntuali notifiche dei diritti violati – l’immediato “take-down” dell’offerta illecita e, in caso di recidiva, anche la chiusura definitiva dell’account del seller/contraffattore.

Il quadro giuridico sotteso a quest’approccio è quello delle recenti normative, condivise a livello internazionale, sulla co- responsabilità degli Internet Service Providers (ISPs) nell’e-Commerce in caso non intervengano a seguito di documentate notifiche da parte dei titolari degli IPRs o di loro procuratori. Solo una corretta individuazione, misurazione e analisi del “fake online” consente di scegliere la migliore strategia di repressione delle situazioni illecite (es. quale IPR utilizzare in relazione ai casi) e di focalizzare l’attenzione sui seller/contraffattori più pericolosi, cioè quelli che vendono i volumi più elevati in uno o più mercati serviti dai suddetti Marketplace. Questa capacità di azione non può che basarsi su innovative soluzioni tecnologiche di “Internet Intelligence” e di “Business Intelligence”, nonché su un solido know-how legale/procedurale di “IPRs Online Protection”.

Al termine di questa premessa, Michele Provera ha introdotto cinque aziende automotive e non, ciascuna afferente ad un diverso comparto, che hanno presentato la loro testimonianza sulle attività di anticontraffazione online portate avanti da alcuni anni con il supporto di Convey. Luca Autelli, General Counsel di Ufi Filters, ha evidenziato come Ufi Filters – leader mondiale nella produzione di sistemi di filtrazione per il settore automotive e industriale – sia da sempre impegnata attivamente nel settore della P.I., a partire dalla registrazione dei suoi marchi a livello internazionale. L’azienda ha iniziato a collaborare con Convey 4 anni fa per contrastare la contraffazione online sulle piattaforme e-commerce, sviluppata soprattutto in Cina e Turchia. L’analisi preliminare aveva rivelato la presenza di circa 10.000 inserzioni sulle piattaforme cinesi, da cui è scaturita la necessità di azionare non solo i diritti derivanti dai marchi registrati, ma anche quelli assicurati dai brevetti per invenzione in essere, ottenendo in tal modo un fatturato potenziale bloccato dalla contraffazione di maggiore entità. La cancellazione di inserzioni contraffatte, ottenuta anche tramite l’azionamento di brevetti, ha riaperto il mercato potenziale portando a un incremento dei fatturato prima bloccato e assicurando la crescita della qualità del prodotto originale sul mercato.

Anche i prodotti Pedrollo azienda leader a livello globale nel settore delle elettropompe – sono stati presi di mira dai contraffattori, al punto che nel 2014 l’azienda ha stimato una perdita di circa il 30% del fatturato a causa del fenomeno. Giorgio Tubini, Sales Director Europe di Pedrollo, ha raccontato come l’azienda, nel 2015, grazie all’appoggio di Convey, sia transitata dalle forme più tradizionali di protezione a quelle più evolute, definendo per la prima volta una strategia di anticontraffazione online di medio-lungo termine. Le principali sorgenti delle contraffazioni risultavano le grandi piattaforme di e-commerce B2B, soprattutto in Cina e nel Far East, con abusi relativi sia al marchio che al design del prodotto. Dal 2015 al 2019 sono state condotte molteplici attività che hanno portato a eliminare oltre 10.000 inserzioni illecite e a contrastare oltre 800 “seller”, bloccando così la vendita di 1 milione di “prodotti fake”. L’implementazione sistematica del piano di “lotta alla contraffazione online” ha permesso di tutelare qualità e distintività dei prodotti Pedrollo sui mercati internazionali e, parallelamente, di proteggere le reti distributive e il consumatore finale.

Un’altra azienda che opera su mercati internazionali che ha portato la sua esperienza sul problema della contraffazione e sulle strategie per sconfiggerlo è Gefran, leader nel settore dell’automazione e dei sistemi per il controllo dei processi industriali. Giovanna Franceschetti, Group Vice President, ha sottolineato come siano stati la qualità e l’affidabilità dei prodotti Gefran, connotati da una forte innovazione tecnologica, a spingere l’azienda a tutelare i «segni distintivi» che li identificano, con un’ampia estensione dei diritti di P.I. in molte aree del mondo. Dopo essersi accorta dell’elevata numerosità delle inserzioni sospette di contraffazione a marchio Gefran sul web (in particolare sulla piattaforma AliBaba) l’azienda, nel 2018, ha iniziato la collaborazione con Convey, analizzando in profondità i fenomeni contraffattivi e avviando un piano pluriennale di lotta alla contraffazione online che comprende il monitoraggio e l’enforcement sistematici sulle maggiori piattaforme di e-commerce di Cina/Far East e l’attività di intelligence su website e nomi a dominio contraffattivi dei marchi Gefran. Sono così stati bloccati – in poco più di un anno – oltre 2.500 inserzioni illecite ed oltre 350 contraffattori su 14 piattaforme. Dalle analisi è emerso che più della metà dei seller bloccati sono anche produttori autonomi e la maggior parte provengono dalla Cina.

Spostandoci nel settore ciclistico, anche Selle SMP, rappresentata al convegno da Nicolò Schiavon, Sales and Marketing Manager, ha presentato l’esperienza con CONVEY, e i risultati rilevanti conseguiti. L’azienda, da sempre concentrata su innovazione e sviluppo, in particolare lato design, vanta prodotti unici e di qualità, per salvaguardare i quali è ricorsa a tutti gli strumenti a disposizione: brevetti per invenzione, design e marchi registrati, nonché diritti di copyright. Dal 2014 Selle SMP ha iniziato a lavorare con CONVEY, rilevando già ad una prima analisi centinaia di prodotti contraffatti sulle principali piattaforme e-commerce di portata internazionale. In 5 anni, attraverso il monitoraggio di 78 piattaforme, sono state rimosse più di 8.000 inserzioni e sono state bloccate circa 12.000 transazioni, per un totale di 350.000 euro – calcolati ai prezzi dei “contraffattori” di ricavi illeciti bloccati. Rimane la necessità di perseverare nel contrasto sistematico del fenomeno, dotandosi del più ampio range di “armi” possibile per salvaguardare i diritti di P.I., a partire da un IP portfolio con un corretto mix di titoli sempre più in funzione delle criticità dei mercati virtuali. Schiavon ha infine sottolineato l’importanza di un piano strategico pluriennale e di un approccio sistematico all’enforcement online, basato su procedure amministrative snelle e rapide, in grado di fronteggiare la multicanalità dei fenomeni contraffattivi.

Infine, Daniele Moretti, Responsabile Pianificazione e Controllo di Alcantara, ha riportato l’esperienza dell’azienda, che produce e commercializza in tutto il mondo l’omonimo materiale a marchio registrato, frutto di una tecnologia unica e proprietaria. L’azienda, di cui l’80% circa del volume d’affari è nell’automotive, si è da tempo attivata per proteggere il proprio marchio, al fine di mantenerne la distintività, evitando la volgarizzazione e coinvolgendo un team di professionisti del settore. La continua crescita dell’e-commerce e una conseguente particolare attenzione alla tutela dei diritti di P.I. sul web hanno portato alla collaborazione con Convey. Le attività di internet brand intelligence & protection messe in campo hanno permesso di individuare e rimuovere le inserzioni contraffattive e abusive del marchio, annullando le transazioni da esse generate e di chiudere gli account venditori. Sono state così cancellate oltre 14.000 inserzioni illecite e bloccati oltre 1.000 seller.

Al termine degli interventi delle aziende, Giuseppe Provera, Amministratore Unico di Convey, ha fatto il punto sui risultati del “Progetto Pilota Anfia-Convey” che ha coinvolto 11 imprese Anfia Aftermarket appartenenti a 4 macrocategorie merceologiche diverse. Il ‘pilot’ ha avuto inizio a maggio 2018 e si è concluso a febbraio 2019, periodo durante il quale si sono analizzate 22 piattaforme e-commerce B2B e B2C, per un totale di oltre 2 milioni di inserzioni rilevate di cui 30.000 molto sospette, pilotate da 1.500 sellers e per un illecito calcolato di oltre 32 milioni di euro ai prezzi dei contraffattori. Le principali tipologie di problematiche riscontrate online riguardano le violazioni di marchi registrati, l’infringement di modelli di design e l’uso non autorizzato di materiali protetti da copyright. Queste criticità – veicolate soprattutto da piattaforme B2B con sbocchi internazionali – risultano essere ormai troppo ampie e diffuse per poter essere affrontate con metodi anti-contraffazione tradizionali, cioè per “via giudiziale”. D’altra parte, le aziende coinvolte hanno evidenziato un IP Portfolio (marchi, design, etc.) mediamente buono e quindi adatto a supportare un piano sistematico e concreto di lotta alla contraffazione in Internet per “via stra-giudiziale”. Di qui, la possibilità di avviare un programma di enforcement con CONVEY che mette a disposizione tecnologie, metodologie e know-how specialistico, già ben sperimentati anche in ambito automotive, e capaci di fornire risultati positivi già nel breve periodo.

Il convegno si è poi concluso con l’intervento della Direzione Generale “Lotta alla contraffazione – Uibm” del ministero dello Sviluppo Economico, rappresentata da Enrico Maccallini, che ha delineato le potenziali sinergie tra le diverse direttrici d’azione del Piano Nazionale Anticontraffazione del Consiglio Nazionale Anticontraffazione (CNAC) e le iniziative dell’anticontraffazione in Internet originate dal tessuto industriale e dal mondo delle associazioni di categoria. Maccallini ha ribadito come ormai il fenomeno della contraffazione sia trasversale in tutti i settori e in continua crescita, e ha riferito i dati di un recente studio dell’OCSE che ha stimato in 32 miliardi di euro il valore del commercio mondiale che viola i marchi italiani, quasi il triplo rispetto alle importazioni di prodotti contraffatti dall’estero. Di qui la necessità di azioni di sistema anche con i partner europei per un’attività informativa pervasiva all’utenza e la definizione delle migliori regole per tutelare i titolari dei diritti, rendendo sempre più efficace l’enforcement.

 

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