Le irregolarità nell’import di pneumatici dalla Cina all’Ue

 

Il 1° febbraio è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea il “regolamento di esecuzione (UE) 2018/163 sulla registrazione delle importazioni di pneumatici nuovi e ricostruiti per autobus o autocarri originari della Repubblica popolare cinese”. Si tratta di un’importante misura che dispone l’obbligo per le autorità doganali dell’Unione Europea di registrare le importazioni di pneumatici nuovi e ricostruiti per autobus o autocarri provenienti dalla Cina. Questo provvedimento è giustificato da un’indagine in corso da parte della Commissione Europea che intende verificare se le importazioni di pneumatici dalla Cina siano oggetto di pratiche di dumping (pratica di commercio sleale che consiste nel vendere un prodotto in un altro Paese a un prezzo molto più basso rispetto a quello praticato sul mercato di origine) o abbiano usufruito di sovvenzioni di Stato.

La lente su questo mercato

Il regolamento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della UE fa seguito alle attività svolte dalla Commissione Europea nell’ambito di una proceduta antidumping avviata l’11 agosto 2017, procedura che è partita dopo la denuncia da parte di una coalizione di produttori e ricostruttori europei di pneumatici. Le indagini sull’importazione sleale di pneumatici dalla Cina sono state finalizzate ad accertare l’esistenza di processi di dumping tra il 2013 e il 2016 e a quantificare le eventuali perdite, derivate da queste pratiche, per le aziende europee produttrici e ricostruttrici di pneumatici.

Danni per i produttori europei
Gli elementi di prova forniti dalla coalizione di operatori europei hanno dimostrato che i prezzi a cui vengono venduti i pneumatici cinesi e i volumi con i quali arrivano sul mercato europeo hanno avuto un impatto negativo sulla quota di mercato detenuta dai produttori e dai ricostruttori all’interno dell’Unione Europea. Nel regolamento in Gazzetta Ufficiale dell’UE si legge che “per quanto riguarda il dumping, la Commissione dispone di elementi di prova sufficienti del fatto che le importazioni del prodotto in esame dalla Repubblica Popolare Cinese siano oggetto di dumping. Gli elementi di prova del dumping si basano su un confronto tra i valori normali e il prezzo all’esportazione (franco fabbrica) del prodotto in esame. Nel complesso, tali prove dimostrano in modo sufficiente nella fase attuale che gli esportatori ricorrono a pratiche di dumping”.

Si parla anche di sovvenzioni

L’indagine vuole inoltre accertare anche la presenza, oltre al dumping, di sovvenzioni di Stato sui pneumatici importati dalla Repubblica Popolare Cinese: “Per quanto riguarda le sovvenzioni, la Commissione dispone di elementi di prova sufficienti del fatto che le importazioni del prodotto in esame provenienti dalla Cina siano sovvenzionate. Le presunte pratiche di sovvenzione consistono, in particolare, nel trasferimento diretto di fondi e in potenziali trasferimenti diretti di fondi o obbligazioni, nella rinuncia, da parte della Pubblica amministrazione, a entrate altrimenti dovute o nella mancata riscossione delle stesse nonché nella fornitura, da parte della Pubblica amministrazione, di beni o servizi per un corrispettivo inferiore all’importo che sarebbe adeguato”.

La posizione di AIRP

Stefano Carloni, presidente di AIRP, commenta così il provvedimento: “Si tratta di un segnale importante per i ricostruttori di pneumatici, che da diversi anni stanno affrontando una crisi senza precedenti dovuta all’invasione del mercato di pneumatici a basso costo, e di qualità tale da non poter essere ricostruiti. Finalmente si è giunti all’evidenza del fatto che si tratta di pratiche scorrette, e auspichiamo che seguano provvedimenti efficaci per ripristinare condizioni di mercato eque, e per valorizzare i grandi benefici economici ed ecologici offerti dalla ricostruzione”.
Si attende nel corso dei prossimi mesi l’adozione di eventuali misure provvisorie o definitive in compensazione del dumping e delle sovvenzioni individuate. Nel caso dovessero essere adottate, tali sanzioni dovrebbero fare riferimento in via retroattiva ai quantitativi di pneumatici importati registrati a partire dal 2 febbraio.

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