Le elezioni e i silenzi sulla mobilità

di Massimo Ghenzer*

I partiti e le coalizioni hanno completato la elaborazione dei programmi elettorali, che intendono attuare in caso di vittoria alle prossime elezioni. I principali rappresentanti, attraverso i vari canali di comunicazione, parlano delle strategie che intendono portare avanti.

Ora, ascoltandoli attentamente, sembra che nessuno di loro abbia a cuore il mondo dell’automobile e preveda un piano strategico per il nostro Paese per favorire la diffusione della mobilità sostenibile e il rapido rinnovo del vetusto parco circolante.

L’industria dell’auto, oltre a essere tornata centrale da un punto di vista dello sviluppo tecnologico, è anche responsabile della formazione di una buona fetta del Pil. Fca, dopo anni di diminuzione della produzione in Italia, è di nuovo in crescita e contribuisce ora, molto più di prima, al reddito pro capite. L’industria dell’auto ha preso di petto il tema dell’aria pulita e della mobilità sostenibile, sia da un punto di vista ambientale sia economico. Nuove forme di possesso dell’auto sono state sviluppate, e altre verranno introdotte nel mercato, così da rendere più accessibile il possesso di un veicolo. Tutti i centri di progettazione del settore si stanno attrezzando per proporre, in tempi ragionevoli, prodotti elettrificati. Con ciò si intende auto ibride, elettriche e a idrogeno.

Il nodo delle infrastrutture

Tuttavia, se per le ibride, le automobili ci pensano da sole a produrre l’energia che alimenta il motore elettrico di cui sono dotate, per gli altri prodotti elettrici o elettrificati, bisogna creare una infrastruttura ad hoc. Anche il tema della guida autonoma, che ovviamente si sta sviluppando in vari stadi progressivi, nella versione più avanzata, dove l’intervento del guidatore non è richiesto, deve prevedere una relazione con un’infrastruttura stradale totalmente nuova.

Occorre un piano strategico

Di fronte a questo pullulare di iniziative, poste in essere dai produttori di veicolo, sia tecniche sia di mobilità avanzata, non credo che le Case possano fare da sole. I governi dei vari Paesi, nel nostro caso l’Italia, devono sviluppare un piano strategico pluriennale che assecondi le mutate esigenze dei consumatori, riduca la pressione fiscale per gli automobilisti e porti a un graduale, ma rapido, rinnovo del circolante.

Proposte concrete sono state consegnate da Unrae e le altre associazioni ai rappresentanti dei vari governi di questa legislatura. Proposte ragionevoli e strategiche che si autofinanziano, e allora sembra incredibile che non siano parte dei programmi dei partiti per la prossima legislatura.

*Presidente Areté Methodos

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