Le “bombe” viaggianti sulle strade
Intervista a Roberto Mastrangelo (Anas)

di Pierluigi Bonora

L’ennesimo incidente con protagonista una «bomba» viaggiante ripropone drammaticamente il problema della pericolosità delle sostanze trasportate sulle nostre strade. Merci che possono essere infiammabili, come nel caso dell’incidente accaduto sulla Tangenziale di Bologna, oppure inquinanti. A fare il punto è Roberto Mastrangelo, responsabile della gestione della rete di Anas, nonché membro del Tavolo tecnico sulla sicurezza stradale promosso da Dekra.

«Il trasporto su strada delle merci classificate pericolose – spiega Mastrangelo – ha avuto negli ultimi anni un incremento. La materia è normata a livello Ue e recepita dai singoli Paesi e dal nostro Codice. È infatti previsto che sostanze capaci di produrre danni alle persone o all’ambiente possano circolare su strada a determinate condizioni, sia per la tipologia del veicolo sia in relazione alla formazione degli autisti e delle organizzazioni responsabili».

Bombe_Viaggianti_02_2018

E subito ci si chiede perché è successo e se il veicolo in questione era a norma.

«Le sostanze pericolose – risponde Mastrangelo – appartengono a nove classi. I veicoli che le trasportano devono disporre di una serie di dispositivi come estintori e chiusure della cisterna a norma. Le società responsabili di questi trasporti devono seguire un particolare disciplinare».

Violare gli obblighi, per risparmiare, è comunque possibile.

«Ovviamente. Per esempio, indicare il trasporto di una sostanza meno pericolosa. In questo caso sarebbe frode. I veicoli abilitati a questi trasporti sono comunque sottoposti a controlli periodici».

Spesso si notano, da parte di chi guida queste cisterne, manovre azzardate: sorpassi, velocità sostenuta.

«Tali mezzi devono rispettare il Codice stradale. Il tipo di sostanza è indicato da apposite targhe montate sul veicolo. Quindi, in caso di incidente, i soccorritori sanno con quale sostanza hanno a che fare. Questi mezzi si muovono, però, in un contesto dove sono presenti altri soggetti che pure possono non rispettare le norme di sicurezza. La gran parte degli incidenti avviene a causa di fattori comportamentali. Dunque, un comportamento errato di un altro verso un mezzo che trasporta queste merci può determinare un incidente della portata di quello successo ieri».

Nei giorni da «bollino rosso» non sarebbe meglio bloccare questi automezzi?

«Le deroghe comprendono categorie che, a esempio, trasportano carburanti per il rifornimento. Un tipo di trasporto necessario nei giorni di maggior traffico. Il sistema infrastrutturale è comunque sempre pesantemente impegnato vista la quantità di vetture in circolazione. E il traffico pesante rappresenta una fetta importantissima della situazione in cui ci troviamo».

Cresce anche la percentuale di incidenti con coinvolto un solo mezzo.

«Lo abbiamo verificato noi di Anas. Siamo al 40%, dato che riguarda il 2017. E una delle cause principali è la distrazione. Un problema che esula dal tipo di strada o di veicolo».

Unrae Veicoli Industriali, con il suo presidente Franco Fenoglio, punta molto sulla formazione degli autisti.

«Il tema è fondamentale. Gli autisti professionisti devono avere una formazione specifica. Ma bisogna tramettere a 360 gradi messaggi sulla concentrazione alla guida e il rispetto delle regole. Non possiamo immaginare quale manovra intende fare chi ci affianca, ci precede o ci segue».

La cisterna è stata protagonista di un tamponamento. Le immagini mostrano una coda di camion fermi. Poi l’inferno…

«Le indagini sono in corso. Ci potrebbe essere stato un malore, la stanchezza o altro da parte di chi ha innescato l’incidente».

Dunque, subito il giro di vite contro chi guida occupandosi di altro.

«Auspico l’introduzione di norme più severe per sanzionare i comportamenti scorretti al volante e, in particolare, la distrazione dovuta all’utilizzo improprio degli smartphone».

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