L’auto europea è troppo influenzata da fattori economici e politici

di Paolo Scudieri*

A maggio 2019, il mercato auto europeo conferma i volumi dello stesso mese dello scorso anno (+0,0%) dopo otto mesi consecutivi di calo. La domanda è stata trainata principalmente dai Paesi nuovi membri (EU12), dove le immatricolazioni sono aumentate del 6,2% nel mese, anche grazie a un miglior andamento dell’economia in quest’area, nel primo trimestre 2019, rispetto a quella dell’Europa a 15. Per contro, i cinque major markets hanno registrato risultati differenziati: la Spagna (-7,3%), il Regno Unito (-4,6%) e l’Italia (-1,2%) continuano a rallentare, mentre si registra una crescita in Germania (+9,1%) e Francia (+1,2%). Le vendite di vetture diesel risultano in flessione a due cifre per Spagna (-26%), Italia (-20%), Regno Unito (-18%) e Francia (-11%) e in crescita a due cifre per la sola Germania (+16%), dopo la contrazione dello 0,9% riportata ad aprile, la prima del 2019.

Da gennaio a maggio 2019, a eccezione della Germania (+1,7%), i cinque maggiori mercati hanno riportato tutti una flessione, più o meno lieve: -0,05% Francia, -3,1% Regno Unito, -3,8% Italia e -5,1% Spagna. La riduzione delle immatricolazioni di auto diesel nel progressivo da inizio 2019 in questi cinque Paesi è del 15%, con una perdita, in termini di volumi, che supera le 280.000 unità.

Difficile fare previsioni sull’andamento di un mercato europeo influenzato da tanti fattori economici, politici e, non ultimi, normativi – considerando l’impatto dei target di riduzione delle emissioni di CO2 al 2021, al 2025 e al 2030 sui piani di sviluppo dei costruttori europei di auto. In termini generali, possiamo dire che le stime attuali parlano di volumi di immatricolazioni in leggera contrazione per il 2019.

*Presidente di Anfia

 

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