L’affare CR7 e le ricadute sull’auto “Made in Italy”

Lo confesso, da milanista della primissima ora, l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus, mi fa rosicare parecchio. Comunque, bravi. Ancora una volta – altra rosicata – la società bianconera dimostra di saperci fare.

Al di là di queste considerazioni, l’operazione CR7, oltre a riportare il campionato italiano al centro dell’attenzione mondiale, può generare non pochi vantaggi alla causa Fca e, di riflesso, all’industria italiana dell’automobile.

Le solite lagne

Le proteste isolate di un sindacato, che ha colto l’occasione per lagnarsi, sostenendo che mentre le famiglie degli operai Fca stringono la cinghia, chi controllali il gruppo (la holding Exor, a cui fa capo anche la Juventus) strapaga il già “paperone” attaccante portoghese, sono strumentali.
CR7, al contrario, può rappresentare una grossa opportunità per l’industria Fca, sia che il Lingotto trovi una formula di sponsorizzazione, entrando indirettamente nell’affare, sia in caso contrario.

Alla guida di un’auto tricolore

Di sicuro, infatti, non vedremo mai Ronaldo al volante di un’Audi o di una Bmw, ma di un modello prodotto da Fca o di una supercar Ferrari. Quale migliore occasione, a esempio, per lanciare il primo SuperSuv della Casa di Maranello o di promuoverlo grazie proprio a CR7?

E lo stesso può valere per le future novità di Alfa Romeo, Maserati e Jeep. Le ricadute d’immagine e, di riflesso commerciali, potrebbero essere importanti. Con benefici, dunque, per le fabbriche italiane stesse.

Da milanista, però (è più forte di me), confido in uno sgambetto ai danni degli odiati “gobbi”. In attesa di un “miracolo” anche dalle parti della Milano rossonera.

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