La scalata italiana di Groupe Psa

Acquisita Opel, che è stata anche riportata in attivo, Groupe Psa ha iniziato a guadagnare posizioni. In Europa, mercato difficile e con molti costruttori in affanno, i francesi tengono botta (17,4% di quota) grazie ad auto e veicoli commerciali. E in Italia, nel primo semestre, Groupe Psa continua, tra vetture e furgoni, a mantenere la seconda posizione (+4,2% e quota del 16,6%), dietro a Fca e davanti a Volkswagen Group.

In 5 anni, l’azienda guidata da Carlos Tavares è cambiata radicalmente: dalla crisi, grazie a una profonda ristrutturazione, è arrivata a generare, negli ultimi 6 mesi, margini nell’ordine dell’8,7%. Il piano «Push to Pass», attraverso il quale Tavares ha ridato slancio al gruppo, funziona. In Italia, prima Massimo Roserba, e da gennaio Gaetano Thorel, entrambi ex manager di Fca, hanno creato i presupposti per portare la filiale con sede a Milano ai risultati che, nei giorni, scorsi, sono stati illustrati, in una Convention, a 700 tra dipendenti, collaboratori e concessionari.

«In Italia il gruppo registra la crescita più alta e conferma la sua solidità», il messaggio di motivazione lanciato da Thorel alla platea. L’ad di Groupe Psa Italia ha voluto così condividere i risultati: «I nostri concessionari – ha aggiunto – non hanno bisogno di rassicurazioni». La strategia messa a punto da Parigi e trasferita alle filiali degli altri Paesi è chiara: ci sono le piattaforme Multienergy sulle quali si possono alternare, a seconda della domanda, modelli con motore termico o elettrificati, e le linee dei prodotti a zero (elettrici) o ridotte emissioni (ibridi plug-in) sono una realtà.

Lo stesso vale per i servizi a disposizione di quei clienti, a esempio, che dovessero optare per l’esperienza di un’auto elettrificata. Chi fa questa scelta, infatti, può ottenere un veicolo con motore tradizionale se, durante l’anno, deve recarsi con la famiglia in ferie: lascia la macchina elettrica dal concessionario e se la riprende a vacanze terminate. Peugeot, Citroën, DS e Opel, insomma, si sentono sempre più italiane. E chissà se…

 

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