Gianfranco Chierchini

La mort en face

di Gianfranco Chierchini
A un pedone che a Parigi attraversa con il rosso, proprio mentre è giunto a metà della strada, può capitare di sentire l’improvviso rumore della sibilante frenata  di una vettura che sta per investirlo: sul suo viso si imprime il terrore di essere schiacciato e di avere ancora una frazione di secondo di vita. I suoi occhi cercano il veicolo. Ma non vede nessuno. Vede soltanto in un pannello dall’altra parte della carreggiata l’immagine del suo volto nell’attimo in cui si è reso conto di andare all’altro mondo:  non si era mai visto con quell’espressione, quasi trasfigurata,  l’espressione di chi sta vedendo “la morte in faccia”. Ed è proprio questa frase, “Ne prenez pas le risque de voir la mort en face” che compare nel pannello, sotto la  fotografia del suo viso disperato: si tratta di una campagna di sensibilizzazione contro gli incidenti stradali provocati dal non rispetto delle indicazioni semaforiche da parte dei pedoni,  voluta da Direa, la Direzione  alle infrastrutture dell’area parigina, e realizzata da  Serviceplan France.
I “tabelloni dell’incidente”
I cosiddetti Crash Billboard, i tabelloni dell’incidente,  sono stati piazzati in numerosi attraversamenti parigini, quelli  in cui si sono verificate più alte percentuali  di investimenti pedonali,   causati dal mancato rispetto del semaforo, per i più diversi motivi. Nella sola area parigina, tra  morti e feriti, circa 4.500, all’anno.  
Le immagini della persona con “la morte in faccia” divengono poi dei cartelloni pubblicitari veri e propri, affissi per strada, nelle metropolitane, sui mezzi di informazione. L’amplificazione del web e dei social media  moltiplicano la diffusione e, una volta tanto, l’effetto virale è da considerarsi positivo.  Quei volti potrebbero essere i volti di ciascuna persona che si sofferma a guardarli e fanno comprendere immediatamente, con grande efficacia,  quello che accade troppo spesso con colpevole noncuranza.
E nessuno dica che così si va a ledere la intimità di quelle persone che sono divenute, più che  simbolo, ammonimento!

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