“Jungla” Milano: troppi imbecilli in monopattino e bici

Complimenti al sindaco di Milano, Beppe Sala. La sua recente filippica contro i “monopattinari” della metropoli, se si guarda la realtà dei fatti, non ha avuto alcun risultato sia su chi utilizza questo mezzo per spostarsi sia, cosa ben più grave, su chi è chiamato e ha il dovere di far rispettare le regole. Chi scrive, una di queste mattine per lavoro a Milano, è incappato in due episodi spiacevoli: il primo come testimone, il secondo in qualità di pedone che ha scampato il pericolo di finire a terra, in questo caso con protagonista uno di quei “biciclettari” scriteriati che pensano di essere i padroni della strade e dei marciapiedi.

Ecco il monito di Sala trasmesso sui canali tv: “Ciò che io vedo, e come me tutti i milanesi, sono comportamenti tutt’altro che esemplari nell’utilizzo di questi veicoli (i monopattini). Dall’andare in due su un unico mezzo, al percorrere le strade contromano, fino al guidare sul marciapiede, per non parlare del parcheggio disordinato”. E ancora: “Il Codice della strada non può essere sottoposto a interpretazioni, né a deroghe. La nostra Polizia Locale è allertata per far rispettare le regolema serve un maggior senso di responsabilità degli utenti”. Infatti…

Detto fatto. Ore 10,30, incrocio semaforico dell’Ospedale militare di Baggio. Sono seduto al tavolino di un bar e vedo ben tre vigili dirigere il traffico essendo il semaforo spento. A un certo punto sfreccia davanti a loro un “monopattinaro” che con la mano sinistra regge uno smartphone in modalità viva voce (ovviamente sta parlando al telefono) e con la destra il manubrio. Reazioni dei vigili? Zero. Fossi passato io in auto con il cellulare in mano mi avrebbero fermato al 100% e giustamente “massacrato”. Dei tre vigili, sicuramente uno lo avrà visto questo “monopattinaro” irresponsabile… Incredibile.

Era la mattinata giusta, si vede. Poco dopo raggiungo in macchina corso Sempione, scendo davanti a un albergo e per fortuna perdo qualche decimo di secondo per indossare la mascherina. Alzo infatti la testa, metto un piede sul marciapiede e mi sfreccia davanti, a tutta velocità, procedendo a zig zag, un imbecille in sella una una bicicletta di quelle in sharing. Di fronte a me un’anziana, pure sfiorata, rischia di perdere l’equilibrio. Mi rivolgo al cretino di turno con un sonoro “testa di c…o, vieni qui…”. Il tipo se la dà ancora a tutta birra sfiorando altre persone. E pensare che non era nemmeno un ragazzino.

Caro sindaco, non bastano le parole e i buoni propositi, avete creato dei mostri e adesso ve li tenete. La demagogia porta anche a questo menefreghismo, del resto gli automobilisti vengono identificati da questi imbecilli come i nemici da abbattere. Provate a rimproverare un ciclista che vi piomba addosso contromano. Il dito medio o un pugno sul cofano è il minimo che può accadere. E pensare che il governo “amico” di Sala & C ha modificato il Codice della strada proprio in funzione di queste persone. Oddio, ci sono anche tantissimi bravi ciclisti che rispettano le regole. Tanto di cappello. Ma il pericolo è sempre dietro l’angolo o “corre” sui marciapiedi. Sala, più che le bacchettate, metta mano alla mazza.

 

1 Comments

  1. Vicenzo says:

    Concordo pienamente. Bisogna usare il calesse.

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